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Un’antenna telefonica vicino Castel del Monte: per il Tar si può fare «se camuffata da albero»

La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia dovrà rivalutare la compatibilità paesaggistica, al momento negata, della nuova stazione radio base di Iliad Italia da realizzare ad Andria, non lontano da Castel del Monte. Lo prescrive il Tar Puglia nell'ordinanza con la quale ha accolto il ricorso cautelare della…

La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia dovrà rivalutare la compatibilità paesaggistica, al momento negata, della nuova stazione radio base di Iliad Italia da realizzare ad Andria, non lontano da Castel del Monte.

Lo prescrive il Tar Puglia nell’ordinanza con la quale ha accolto il ricorso cautelare della società di telefonia, sospendendo il provvedimento con il quale l’11 marzo scorso la Soprintendenza ha espresso parere negativo. Nell’ordinanza i giudici evidenziano che, poiché «gli impianti di telefonia sono definiti “opere di urbanizzazione primaria”, ciò comporta che se ne deve assicurare la presenza necessaria per garantire il servizio di pubblica utilità, ferma restando la loro compatibilità con le esigenze di tutela, anche di tipo paesaggistico, dell’area interessata dagli stessi».

Esigenze che potrebbero essere garantite con l’utilizzo, come proposto da Iliad nel progetto, «di un camuffamento in finto albero per adottare trattamenti cromatici coerenti con i caratteri del luogo» e «atti a ridurre l’impatto visivo degli stessi apparati». Il parere negativo era stato motivato «considerato che l’area di intervento ricade in un ambito caratterizzato dalla compresenza di componenti ecosistemiche e ambientali, antropiche, storico-culturali e percettive e tenuto conto, in particolare, della vicina presenza di Castel del Monte, sito Unesco di importanza mondiale».

Secondo il Tar «la valutazione eseguita dalla Soprintendenza e dalla Commissione locale per il Paesaggio appare inficiata da insufficiente istruttoria e da manifesta illogicità», non avendo tenuto conto che «l’impianto in questione è costituito da un palo, camuffato in finto albero con rivestimento in finta corteccia, di altezza pari a 18 metri e con diametro che man mano si riduce dal basso verso l’alto, su cui saranno installati i corpi radianti, vale a dire tre antenne di altezza pari a 199 centimetri e tre parabole di diametro pari a 60 centimetri, con camuffamento anche degli stessi con essenze della macchia mediterranea (specie quercine allo stato arboreo ed arbustivo, ecotipi locali)». Per questo i giudici hanno disposto «con sollecitudine (dato il rilievo per la pubblica utilità dell’impianto) un riesame in ordine alla compatibilità dell’impianto di Iliad», sospendendo per il momento il provvedimento di diniego. La questione sarà discussa nel merito nell’udienza del 18 aprile 2023. (ANSA)

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