«La situazione nei territori del Donbass si sta deteriorando». Con queste parole il presidente russo Vladimir Putin commenta l’escalation di violenza nell’Est dell’Ucraina dove, a quanto dicono fonti locali, ci sarebbero già stati alcuni bombardamenti mentre per oggi sono previste alcune esercitazioni con i missili da parte di Mosca. Il ministero della Difesa di Kiev ha confermato di aver registrato 60 violazioni del cessate il fuoco da parte dei separatisti filorussi nella regione contesa. Un soldato sarebbe rimasto ferito, mentre i separatisti filorussi dell’autoproclamata Repubblica ribelle di Luhansk, nell’Est dell’Ucraina, hanno accusato le forze governative di averli attaccati anche ieri mattina con colpi di mortaio.
Il Cremlino si è detto «molto preoccupato» per gli scontri. «Quello che sta accadendo nel Donbass è molto preoccupante e potenzialmente molto pericoloso» ha riferito ai giornalisti il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov. La Russia dice di essere «allarmata da notizie» relative al forte aumento dei bombardamenti nel Donbass, «con l’uso di armi proibite dagli accordi di Minsk» ha aggiunto il ministro degli Esteri Serghei Lavorv. Nel frattempo aumenta anche il continente militare. Il numero di soldati russi schierati ai confini dell’Ucraina ha infatti raggiunto la soglia dei 149mila uomini.
«Stiamo osservando le divisioni delle truppe russe, che sono 129mila. E, insieme alle componenti navali e aeree, questa cifra raggiunge quota 149mila» ha confermato nel corso di un intervento al Parlamento il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov. La Russia ha concentrato fino a 190mila militari «dentro e vicino» l’Ucraina, un numero di truppe significativamente più alto di quanto precedentemente noto, ha aggiunto Michael Carpenter, ambasciatore degli Stati Uniti all’Osce.
Le preoccupazioni non finiscono qui perché Mosca ha annunciato di voler effettuare già oggi manovre delle sue forze strategiche che prevedono il lancio di missili balistici e da crociera. Il tutto sotto la supervisione del presidente Putin. Secondo il ministero della Difesa russo, «le esercitazioni delle forze di deterrenza strategica erano state pianificate precedentemente per verificare la prontezza degli organi del comando militare, le squadre di combattimento di lancio, gli equipaggi delle navi da guerra e i vettori strategici di missili per l’attuazione dei compiti assegnati, nonché l’affidabilità degli armamenti per quanto riguarda le forze strategiche nucleari e non nucleari».