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Tartarughe marine, in Puglia è boom di nidificazioni di Caretta caretta: la maggior parte tra Lecce e Taranto

Con 45 nidi di tartarughe marine registrati a chiusura della stagione di nidificazione, la Puglia si piazza al quarto posto in Italia - dietro a Sicilia (156), Calabria (125) e Campania (54) - in un anno che, a livello nazionale, ha fatto registrare il record di nidi di Caretta caretta nel Mediiterraneo occidentale. Stando a…

Con 45 nidi di tartarughe marine registrati a chiusura della stagione di nidificazione, la Puglia si piazza al quarto posto in Italia – dietro a Sicilia (156), Calabria (125) e Campania (54) – in un anno che, a livello nazionale, ha fatto registrare il record di nidi di Caretta caretta nel Mediiterraneo occidentale.

Stando a quanto emerge dal report diffuso da Legambiente sui dati di Tartapedia.it, in Italia sono stati 444 i nudi registrati. Un risultato accompagnato dal lavoro di monitoraggio e messa in sicurezza dei siti di ovodeposizione svolto dalle centinaia di volontari delle associazioni partner del progetto europeo Life Turtlenest, nato per creare una rete internazionale destinata alla tutela dei nidi di Caretta caretta sulle coste mediterranee di Italia, Spagna e Francia.

In Italia il numero delle ovodeposizioni rispetto alla stagione 2022 e’ triplicato: l’anno scorso il conteggio di fine stagione si era fermato “soltanto” a 129.

In Puglia la maggior parte dei nidi sono stati registrati sui litorali delle province di Lecce (32), specialmente a Salve e Ugento, e di Taranto (9) in particolar modo a Manduria.

Un grande risultato ottenuto grazie all’impegno delle diverse associazioni presenti sul territorio. Anche se i numeri esatti si avranno a fine stagione, si stima che i nuovi nati di origine pugliese saranno circa 2.250.

Le aree di nidificazione spesso coincidono con zone di turismo balneare che, se non opportunamente gestito, rischia di compromettere la schiusa delle uova.

Spagna, Francia e Italia sono, infatti, tra i primi sette Paesi mediterranei con la più alta pressione turistica. Risulta quindi necessario trovare un compromesso tra attività economiche e salvaguardia della specie creando un’alleanza tra i diversi stakeholders: operatori del turismo, amministrazioni locali, associazioni per la salvaguardia ambientale, cittadini e comunità scientifica.

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