Taranto, un impianto fotovoltaico offshore? I mitilicoltori: «Giù le mani dal mar Piccolo»

«Giù le mani dal Mar Piccolo». È il grido dei mitilicoltori ionici contro il progetto di un parco fotovoltaico off shore da 100 Mw in Mar Piccolo. «Al di là di ogni valutazione sul progetto, preme affermare il principio che non si consentirà l’ulteriore oltraggio ambientale e paesaggistico di un sistema delicato e complesso come il Mar Piccolo».

Confcommercio Taranto si schiera in prima linea contro qualsiasi tentativo di realizzare in Mar Piccolo impianti che possano incidere sul già compromesso e fragile ecosistema del bacino. I mitilicoltori di Confcommercio Taranto sono in stato di allerta. Preoccupa la notizia della presentazione all’amministrazione comunale del progetto della società milanese MFloating Mar Piccolo.

Il progetto coinvolgerebbe l’ area Sin del Comune di Taranto che ricade in parte nella porzione posta sotto sequestro dalla magistratura. Si tratta di un progetto articolato che annetterebbe al parco fotovoltaico galleggiante un grosso impianto per la produzione di idrogeno verde, in più la creazione di piattaforme galleggianti per altri fini turistici, ed impianti di mitilicoltura.

«I mitilicoltori tarantini di Confcommercio– commenta Luciano Carriero, presidente della categoria – sono in fermento e giustamente arrabbiati perché apprendono da altre fonti di contatti esistenti tra l’amministrazione e gli investitori e dell’esistenza di un progetto che dovrebbe essere realizzato in Mar Piccolo, luogo da sempre deputato alla coltivazione tradizionale della cozza nera di Taranto, la culla della mitilicoltura tarantina, e in attesa da anni delle bonifiche. Questa gente ha pagato sulla propria pelle i danni dell’inquinamento, i danni provocati da anni di politiche scellerate da parte di tutti i soggetti che hanno assecondato ai propri scopi e servitù il Mar Piccolo, sottraendolo a quelle naturali vocazioni produttive, la mitilicoltura e l’ostricoltura, che rappresentano l’unica attività eco-sostenibile del Mar Piccolo. Gente che invano attende un progetto serio e fattibile che rilanci la produzione della cozza nera di Taranto. Dove sono le banchine, i punti di attracco, i servizi?».

Carriero parla a nome di persone che, a costo di enormi sacrifici, continua a portare avanti un’ attività di tradizione, vanto ed orgoglio di Taranto, ma che a mala pena consente il mantenimento delle proprie famiglie. Non possiamo tollerare che – continua Carriero- mentre i nostri uomini si ammazzano, lavorando al vento ed al sole per garantire la continuità di una produzione tipica tradizionale, sforzandosi di adeguarsi ad un disciplinare di produzione rigido (Slow Food), si vogliano poi aprire le porte a chi ha progettato di integrare la coltivazione dei mitili con impianti fotovoltaici off shore. Sarebbe la fine della grande bellezza del Mar Piccolo. Noi mitilicoltori lo difenderemo con ogni mezzo».

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