SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Taranto ultima in classifica per l’Istat: «L’aria sa di piombo»

Bella e tradita, Taranto è il fanalino di coda delle città di Italia, dove i suoi abitanti (solo il 47 per cento) ha la percezione che ci sia una buona qualità della vita, secondo i dati riportati dall’Istat e dalla commissione europea. E’ il dato più basso tra le 26 città italiane analizzate dall'Istat (in…

Bella e tradita, Taranto è il fanalino di coda delle città di Italia, dove i suoi abitanti (solo il 47 per cento) ha la percezione che ci sia una buona qualità della vita, secondo i dati riportati dall’Istat e dalla commissione europea. E’ il dato più basso tra le 26 città italiane analizzate dall’Istat (in tutto sono 85, comprese quelle europee).

I tarantini non pensano di vivere in una città brutta, anzi amano il mare e alcune spiagge ancora incontaminate. E il loro malessere non arriva tanto per i servizi che mancano (come in molti luoghi del sud d’Italia), ma per la vita che si conduce.

Il quartiere Tamburi

Il simbolo di tutto questo è nel quartiere Tamburi, di fronte c’è l’Ilva con le sue ciminiere, dall’altro lato il centro storico e poi il mare. Dentro al quartiere, non più densamente abitato, il popolo che prima si identificava col mare ha riposto le reti e indossato le tute blu dell’Ilva e va avanti con dignità, ma a fatica.

Le associazioni

«Ciò che leggiamo non ci sorprende. Taranto è meravigliosa, ma l’aria è pesante, qui nel quartiere siamo costretti a chiudere le finestre quando si alzano i fumi della fabbrica. – dice Anna Gemmato che è a capo di una associazione di volontariato “Insieme” che da’ sostegno a bimbi malati oncologici e a famiglie che non riescono a curarsi – qui la gente non riesce a salvarsi, sì ha capito bene, perché spesso non si hanno soldi per andare oltre il sud e le malattie aumentano. Come si fa a dire che si ha una percezione di una città che funziona se vengono meno le principali condizioni per poter andare avanti? Eppure questo luogo è meraviglioso. Non si è felici però in una città che trasuda degrado. Non tanto per i servizi, bene o male ci sono, ma per quello che è diventata: l’Ilva ha dato il pane, ma lo ha restituito avvelenato. Io credo sia questo il motivo per cui è il fanalino di coda dei dati Istat».

La pesca e la storia

Andando oltre la percezione dei suoi abitanti in una città bellissima con un centro storico decadente, ma superbo, con un mare che un tempo era e, in parte lo è ancora, la culla dei mitili più buoni d’Italia ci sono i dati sugli indicatori di salute come la mortalità, la morbilità, gli effetti riproduttivi.

La salute

Ebbene il profilo di salute delle persone che vivono a Taranto e dintorni non è buono come dovrebbe essere. C’è una relazione redatta da scienziati componenti dell’Organizzazione mondiale della sanità e coordinata da Francesca Racioppi, ricercatrice e direttrice del Centro Europeo per l’Ambiente e la Salute della stessa Oms che lo dice.
I numeri li snocciolano le associazioni che ogni giorno hanno a che fare con famiglie che si trovano ad affrontare un caso in famiglia di cancro, di leucemia, di encefalite. Eppure Taranto è di una grande bellezza. and.ill.

ARGOMENTI

Inquinamento
istat
taranto

CORRELATI

string(0) ""

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!