Taranto, per la differenziata è record negativo. Legambiente: «Numeri indecorosi»

Legambiente denuncia il fallimento della raccolta differenziata in città, peggiorata perfino nei primi mesi del 2024 rispetto all’anno precedente e punta il dito contro la Comune di Taranto a cui chiede di intervenire subito passando al “porta a porta” e sanzionando chi non differenzia i rifiuti. I numeri ingenerosi, vengono dall’osservatorio regionale dei rifiuti. La raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani nel comune di Taranto, definita da Legambiente «già indecorosa», riesce a peggiorare attestandosi al 22,35% (al 31 marzo) mentre il 2023 si era chiuso col 23,8%. Gennaio e marzo i mesi peggiori, in calo rispetto all’anno precedente. L’andamento del primo trimestre, peraltro, secondo Legambiente non è un fatto episodico: «basta scorrere i dati annuali per avere la fotografia nitida di un fallimento».

Il calo negli anni

Nel 2020 la percentuale di raccolta differenziata era al 25,1%, di poco inferiore nel 2021, salita poi al 27,42% nel 2022 e poi calata al 23,8% nel 2023. E se le performance deludenti dei primi mesi dovessero ripetersi anche nel resto del 2024, si potrebbe registrare il peggior risultato degli ultimi cinque anni. «Percentuali lontanissime non solo dalle performance dei comuni capoluogo più virtuosi, ma anche da quel limite minimo del 65% previsto da tempo dalla legislazione italiana e che, nella nostra città, continua ad essere ignorato», dice Legambiente.

«Ora basta annunci»

L’associazione ambientalista ricorda che è passato un anno da quando è stata annunciata la necessità di predisporre un nuovo contratto di servizio con Kyma Ambiente da sottoporre al vaglio del Consiglio comunale e che ad oggi non ce n’è traccia. Legambiente chiede che venga reso noto al più presto e, con esso, cronoprogrammi e investimenti che trasformino finalmente le dichiarazioni in atti concreti.

«Noi crediamo che l’adozione del “porta a porta” in tutta la città, facendo tesoro di una buona pratica già ampiamente sperimentata con successo in tutta Italia, sia l’unico sistema efficace per garantire una raccolta differenziata in linea con l’obiettivo minimo del 65% previsto dalla legislazione italiana. Ribadiamo anche la necessità di far pagare di più chi non differenzia e di premiare i cittadini che producono meno rifiuti e differenziano meglio, conferendo in maniera corretta materiali che costituiscono una materia seconda utilizzabile e quindi, un valore. Vanno sanzionati ai trasgressori che e la tari va adeguata alla quantità realmente conferita di rifiuto non recuperabile o indifferenziato».

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