Si alza il coro delle proteste contro la decisione del ministero dell’Ambiente di avviare la procedura di valutazione di impatto ambientale per la costruzione di un parco fotovoltaico galleggiante (offshore) nel Mar Piccolo. L’amministrazione di Taranto è infatti pronta a scendere in campo contro il Governo.
«Il Mar Piccolo non si tocca. Lo avevamo detto già nel febbraio 2024 e lo ribadiamo ora per iscritto al Ministero». É determinata, l’assessora comunale all’Ambiente Stefania Fornaro, che batte i pugni sul tavolo. La questione va affrontata subito.
L’iter procedurale
«Già in occasione delle verifiche di completezza documentale, la Direzione Ambiente si era espressa per l’improcedibilità dell’istanza in quanto in contrasto con le misure di salvaguardia previste dalla Legge Regionale di riferimento riservandosi di integrare tale diniego con ulteriori valutazioni scientifiche, tese a dimostrare i numerosi impatti ambientali negativi generati dalla realizzazione di tali opere, sulla biodiversità che caratterizza il Parco Naturale Regionale “Mar Piccolo” e i siti Natura 2000 interessati, nonché sui delicati equilibri ecologici che contraddistinguono gli ecosistemi marini del Mar Piccolo».
A rischio un habitat unico
L’opera in questione, che minaccia di deturpare una zona naturale di grande valore, contrasta con gli sforzi dell’Amministrazione Melucci di valorizzare il territorio attraverso l’istituzione del Parco del Mar Piccolo.
Il parco ospita un’infinita varietà di specie di pesci, molluschi, uccelli acquatici e terrestri, e rappresenta un ecosistema di grande importanza. Nonostante questo, il Ministero ha deciso di considerare comunque procedibile l’istanza per la realizzazione dell’opera. La direzione ambiente, il 25 giugno, ha però espresso parere negativo, fornendo dati scientifici che dimostrano come l’opera avrà un impatto funesto sugli habitat e sulla biodiversità del parco.
Le critiche di Melucci
Una posizione critica proviene anche dal sindaco del capoluogo ionico, Rinaldo Melucci: «Essere a favore della transizione energetica del nostro territorio verso impianti rinnovabili non deve essere inteso come una sorta di “lasciapassare” alla realizzazione di infrastrutture capaci di incidere negativamente su un ecosistema già fragile o comunque coinvolto in altre scelte produttive. Il nostro impegno come Amministrazione è quello di tutelare gioielli naturali come il Mar Piccolo, custode di biodiversità e simbolo di resilienza. Il territorio in cui viviamo non può subire ulteriori sfregi e il ministero ne deve tener conto. Perché, in caso contrario, ci riserviamo di presentare ricorsi in sede amministrativa a difesa del Mar Piccolo e degli operatori locali». Ma sulla questione non è ancora detta l’ultima parola, in una città che ha subito, dal punto di vista ambientale, “sfregi” terribili.