L’articolo 28 del decreto “sostegni tre” sta provocando le proteste di tutto il comparto edilizio ritenendo il provvedimento «la causa del collasso del settore con gravi conseguenze economiche, occupazionali ed anche per i cittadini che non potranno efficiente le case».
La norma impedisce la cosiddetta cessione del credito tra banche e privati: pratica in uso per scontare fatture e ottenere liquidità da parte delle imprese. Un divieto previsto dal governo per impedire truffe e distorsioni nell’utilizzo del superbonus. È un coro all’unisono di costruttori e associazioni edili che chiedono all’esecutivo di modificare la norma per «non far chiudere tante imprese che con i superbonus stanno facendo fronte alla crisi provocata dalla pandemia».
Allarme raccolto dal ministro per le politiche agricole, il grillino Stefano Patuanelli, che ha promesso di «portare la questione in consiglio dei ministri, proponendo correttivi che impediscano comportamenti illeciti e diano alle imprese la possibilità di proseguire il loro lavoro».
Anche forza Italia, facendo leva su un’analisi dell’ufficio studi del senato, chiede al governo «di intervenire. In caso contrario siamo pronti a produrre emendamenti correttivi quando il decreto giungerà in parlamento. Per quanto-annotano gli azzurri con Franco Del Mas-esso arriverà per la fine di marzo e fino ad allora produrrà i suoi effetti, costringendo le imprese a bloccarsi».
