Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, applaude l’Italia dello sport. Quella che nel 2021 ha inanellato un numero enorme di vittorie, «una cosa mostruosa», commenta lui. E quella che ha tenuto alto il tricolore durante le Olimpiadi invernali di Pechino sulle quali è appena sceso il sipario. Malagò sottolinea come «il mondo dello sport italiano sia salito 283 volte sul podio nel 2021», anche se le Olimpiadi invernali hanno evidenziato che «siamo molto più bravi a vincere delle medaglie che non a vincere delle medaglie d’oro» e questo, forse, può finire con l’essere «un tallone d’Achille».
Il numero uno dello sport italiano spiega che «in realtà il più grande risultato è stato vincere 283 medaglie in competizioni olimpiche, mondiali ed europee: in questa classifica nell’anno sportivo, che poi è un incrocio tra il solare il calendario normale, siamo secondi dietro gli Stati Uniti». Per Malagò «era impensabile arrivare a questi risultati e abbiamo dietro tutte nazioni che hanno molti più abitanti di noi: la Cina, il Giappone, la stessa Gran Bretagna, la Germania, la Francia. Siamo veramente molto orgogliosi».
Dalla Cine l’Italia è tornata con un bottino di 17 medaglie. «Io sono onesto – prosegue il numero uno del Coni – Non ho nessun problema e l’ho detto anche in conferenza stampa: se c’è una cosa sulla quale uno deve essere non amareggiato, ma fare una riflessione non positiva è che quando conquisti 17 medaglie, se la matematica non è un’opinione, dovresti in qualche modo distribuirle. Normalmente dovresti vincerne, non so, sei (ori), cinque (argenti), sei (bronzi). Ho detto che siamo molto più bravi a vincere delle medaglie che non a vincere delle medaglie d’oro. Questo perché? Indubbiamente qualche secondo, l’infortunio di Sofia (Goggia), magari qualche giudizio degli arbitri perché lì c’è una componente soggettiva. Però sono considerazioni, perché poi 17 sono numeri». Malagò fa un esempio concreto: «La Cina ha vinto meno medaglie di noi ma è davanti perché ha nove ori. Quello che è importante è però che il Cio non guarda più la classifica di quanti ori vinci, ma guarda quante sono le persone che si qualificano nei primi otto posti».
Intanto Sofia Goggia guarda già avanti, ai Giochi di Milano-Cortina 2026. «Mi sento già carica solo adesso a pensarci – dice – Mi viene voglia di impostare questi quattro anni al meglio per riuscire a essere pronta per quell’evento anche se ancora tanto lontano. Pechino 2022 è stata un’Olimpiade un po’ strana con tutte le restrizioni della pandemia».