Stop alla pesca dei ricci di mare: la legge pugliese è costituzionale. Pagliaro: «Difendiamo il nostro mare»

«Una vittoria su tutta la linea: la Corte Costituzionale ha giudicato infondato il rilievo di illegittimità contestato dal Governo alla legge regionale per il fermo pesca del riccio di mare, in vigore da maggio 2023». Ad annunciarlo è il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani, promotore della legge largamente condivisa e poi approvata dal Consiglio regionale della Puglia «con lo scopo di tutelare una specie ormai pressoché sparita, con grave danno per la pulizia dei nostri fondali marini».

La Consulta, afferma Pagliaro, «ci dà ragione, e respinge le basi dell’impugnativa del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie».

Si tratta, per il capogruppo de La Puglia domani, di «una pietra tombale sulle presunte “invasioni di campo” obiettate dal Governo nella sua impugnativa, in materia di pesca. C’è solo una correzione di forma: alla definizione “mare territoriale” va sostituita la dicitura “spazio prospiciente la costa”. Di fatto – spiega Pagliaro -, la Consulta ha condiviso lo spirito della legge e le sue finalità. E dunque ha dichiarato non fondata l’eccezione del governo su un presunto “sconfinamento” di competenze regionali».

La sentenza della Consulta, esulta Pagliaro, «crea un precedente perché definisce in maniera chiara le competenze della Regione in materia di salvaguardia del nostro mare. Resta salva la legge, in vigore ormai da nove mesi, che mira alla tutela di una specie in estinzione e fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema del nostro mare».

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