Stop alla pesca dei ricci di mare in Puglia: «Fermo necessario per far ripopolare la specie»

Stop alla pesca di ricci di mare nelle acque del territorio regionale pugliese per i prossimi tre anni. È quanto prevede la legge approvata oggi dal Consiglio regionale con 41 voti a favore e uno contrario.

La proposta di legge, di cui è primo firmatario il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani, impone un fermo necessario per consentire il recupero degli stock e la ricostituzione della risorsa nel mare territoriale, messa a rischio dal massiccio prelievo effettuato negli ultimi anni.

La legge, in particolare, impone il divieto di prelievo, raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e commercializzazione degli esemplari di riccio di mare e dei relativi prodotti derivati freschi. La commercializzazione del riccio di mare non è vietata per gli esemplari provenienti da mari territorialmente non appartenenti alla regione Puglia.

«È un fermo necessario, anzi indispensabile, per non perdere definitivamente questa specie ormai decimata e a rischio estinzione, e per darle il tempo di riprodursi», commenta il consigliere Pagliaro.

La proposta di legge è stata sottoscritta da 49 consiglieri su 51, incluso il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

«Il fermo pesca è un passo decisivo per bloccare il prelievo massiccio dei ricci di mare, anche al di sotto della misura minima consentita per legge di sette centimetri di diametro. Non c’è più tempo da perdere – prosegue Pagliaro -: se cinquant’anni fa si potevano contare fino a dieci esemplari per metro quadrato nelle secche marine, oggi sono rarissimi e spesso di dimensioni inferiori a quelle consentite per il prelievo. Già in questi giorni è ripresa la razzia di ricci di mare, e bisogna intervenire con uno stop».

La proposta di legge prevedeva anche azioni di monitoraggio del raschiamento dei fondali e il risarcimento dei pescatori autorizzati con patentino per la durata del fermo pesca ma, informa Pagliaro, non ha ottenuto il finanziamento: «Un vero paradosso, visto il plebiscito di firmatari della pdl – commenta il capogruppo de La Puglia domani -. Eppure si tratta di un provvedimento che riguarda l’intera regione e che avrebbe dovuto avere una corsia preferenziale in bilancio. Confidiamo che siano stanziati almeno i fondi per la campagna di comunicazione e sensibilizzazione necessaria per informare i cittadini sullo stop alla pesca».

Quello di oggi, prosegue Pagliaro, è tuttavia «un primo risultato importante, per impedire fin da subito l’ulteriore accaparramento. Già da diversi anni i ricci e la polpa di riccio serviti nei ristoranti salentini e pugliesi non provengono dai nostri mari ma da quelli di altri Paesi, anche extra mediterranei: Spagna, Grecia, Portogallo, Croazia e Albania, addirittura Cile. E i nostri ristoratori potranno continuare a servire prodotti di importazione, regolarmente certificati».

Si comincia, dunque, dal fermo pesca per salvaguardare «il nostro mare, per evitare di dilapidare irrimediabilmente una risorsa preziosa non solo dal punto di vista commerciale e gastronomico ma anche ambientale, visto che i ricci svolgono un’insostituibile azione di pulizia dei fondali rocciosi», conclude Pagliaro che rinnova, però, «con forza la richiesta di fondi per finanziare le attività di monitoraggio e i ristori ai pescatori autorizzati, che abbiamo concordato nella lunga fase di gestazione della proposta di legge con il mondo accademico e le associazioni ambientaliste e della pesca».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version