Poggiorsini e Bitritto nel Barese, Volturino (Foggia) e Avetrana, Montemesola, Monteparano e Fragagnano in provincia di Taranto. Sono solo 7 i Comuni “Rifiuti Free” in Puglia, premio per le amministrazioni la cui produzione pro-capite di rifiuto secco avviato a smaltimento è inferiore ai 75 chilogrammi l’anno per abitante, 20 quelli che hanno meritato la menzione speciale “Teniamoli d’Occhio”, cioè che si sono mantenuti sotto la soglia dei 100 chili, 41 i “Comuni indifferenti”, quelle amministrazioni che nel 2021 non hanno effettuato alcuna registrazione sul Portale dell’Osservatorio Regione Rifiuti Puglia o i cui dati risultano imparziali o non corretti.
È questa la fotografia scattata sulla Puglia dall’edizione 2022 di “Comuni Ricicloni”, l’annuale rapporto che mostra la situazione regionale sulla gestione sostenibile dei rifiuti e premia le performance dei Comuni. Il report è stato realizzato da Legambiente Puglia con il patrocinio della Regione Puglia – Assessora alla Qualità dell’Ambiente e di Anci Puglia, con il sostegno di Smp- Sfregola materie plastiche, Amiu Puglia, Progeva Srl, Navita srl, GreenOil Srl, Corgom Srl ed Heracle srl. La XIV edizione è stata presentata ieri mattina a Bari nell’ambito dell’Ecoforum Puglia “I cantieri dell’Economia Circolare.
Dall’analisi si evince che nel 2021 Trani è il capoluogo di provincia più riciclone con il 76,5% , a seguire resta stabile Barletta (69,3%), mentre si mantiene per poco sotto la soglia del 65% la città di Lecce, che si ferma al 64,3% di raccolta differenziata. Andria è invece immobile al 60%, così come Brindisi resta fissa a 47,6%. Bari, capoluogo di Regione, perde ancora qualche punto percentuale calando al 38,3%, mentre Foggia recupera qualcosa arrivando al 28,2%. A chiudere la classifica, fanalino di coda, è Taranto con il 25%. Stando al report, dunque, il 20% della popolazione della Regione Puglia è lontana dal raggiungere la soglia minima prevista dalla legge, continuando ad alimentare le discariche e impedendo così la reale spinta verso la chiusura del ciclo dei rifiuti secondo un modello virtuoso di economia circolare. «Oggi più che mai in Puglia è fondamentale realizzare impianti seri e pubblici per il trattamento dell’organico, delle frazioni secche, dei Raee, del fine vite delle rinnovabili. Basti pensare che per risolvere parte della crisi del prezzo del gas basterebbe moltiplicare gli impianti forsu, di tipo anaerobico, in cui i rifiuti, attraverso un processo di digestione, vengono trasformati in biogas utilizzabile per la trasformazione in energia termica o elettrica, oppure, con un ulteriore processo di purificazione, divenire biometano», ha commentato il presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzulli.