Nei giorni scorsi si è discusso a Massafra di transizione ecologica. Nel corso di un convegno è stato presentato uno studio, elaborato dall’associazione “Scià”, sul cambiamento climatico e su quanto sia possibile fare come singoli e come comunità per cambiare la rotta.
Per commentare i dati, riflettendo sulle sfide attuali, sono intervenuti Adriana Angarano, imprenditrice agricola, divulgatrice, attivista e referente “GL Bari” di FridaysForFuture, Gianluigi de Gennaro, docente di Chimica dell’ambiente dell’università di Bari e componente della commissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Paolo Stufano, ricercatore di Chimica verde e processi per la sostenibilità del Cnr e Stefano Montanaro, imprenditore ed esperto di economia circolare. Marco Grippa, Federico Vinci ed Emanuele d’Elia hanno elaborato un report dopo aver intervistato circa 200 massafresi attraverso un questionario online.
Nello studio vengono tracciati i principali indicatori di un cittadino medio di Massafra, in relazione ai settori del cambiamento climatico: agricoltura, rifiuti, trasporti ed energia. «Se tutti adottassero lo stile di vita e le abitudini quotidiane di un massafrese medio servirebbero 5,5 pianeti», dice lo studio. Insomma lo stile di vita dei cittadini massafresi consuma quantità di risorse in modo nettamente superiore rispetto a quelle che il pianeta Terra mette a disposizione annualmente, sicché sarebbe necessaria una trasformazione radicale delle abitudini e dell’utilizzo delle risorse.
Per raggiungere obiettivi energetici e climatici accettabili, occorrerebbero dei sostanziali cambiamenti, dall’alimentazione ai trasporti, ai consumi energetici.
Solo il nove per cento degli intervistati, ad esempio, usa un’auto elettrica e in media ciascun massafrese percorre 16 km sui mezzi pubblici a fronte di 270 km in auto. Per evitare gli sprechi alimentari bisogna assumere comportamenti virtuosi, come surgelare gli alimenti, ridurre il consumo di carne e comprare meno cibo imballato per ridurre l’impatto ambientale e anche la dispersione di potenziali microplastiche.
Per l’energia, si raccomanda l’isolamento termico degli edifici, l’installazione di pannelli solari e la sostituzione di caldaie a combustibili fossili con pompe di calore. Al termine dell’incontro, gli esperti hanno portato l’esempio di Capannori, paese toscano delle dimensioni di Massafra, che ha ridotto dell’ottanta per cento i rifiuti destinati alla discarica diventando la prima città italiana a zero rifiuti. «Piccole abitudini quotidiane possono fare davvero la differenza per affrontare la transizione ecologica», conclude Annalisa Turi, presidente di Scià.