«Non è vero che sia stato concordato alcunché con le istituzioni comunali e regionali. Tutti ci aspettavamo l’inizio dei lavori per la costruzione dei forni elettrici Dri per attuare la decarbonizzazione, con abbattimento delle emissioni nocive per la salute del 95% e del CO2 del 50%». È quanto afferma il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, rispondendo al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che in occasione della cerimonia di accensione dell’altoforno 1 dell’ex Ilva di Taranto ha affermato che «la Commissione europea ha autorizzato il prestito ponte perché abbiamo dimostrato con un programma concordato con i sindacati, le associazioni datoriali e gli enti locali che nel processo di decarbonizzazione occorresse mantenere in vita gli impianti e tra questi l’altoforno 1. La sua ripartenza era necessaria. Mi sembra elementare e mi stupisco che qualcuno si stupisca di questo».
Emiliano, così come il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, non ha partecipato alla cerimonia.
«Come è noto – afferma il governatore pugliese in una nota – il Governo ha definanziato la costruzione dei forni elettrici a Dri, che erano invece previsti dal Pnrr, e il ministro Pichetto Fratin nel corso della Fiera del Levante dell’anno scorso si era impegnato a rifinanziare con l’Fsc nazionale la costruzione dei forni elettrici da parte della società governativa guidata da Stefano Cao. In questo ambito – prosegue Emiliano – avevamo sempre sconsigliato la riattivazione dei forni a carbone per evitare infrazioni europee già segnalate dalla Corte di Giustizia e la possibile riattivazione di fonti inquinanti che avrebbero potuto determinare la commissione di altri reati».
Il governatore pugliese ha sottolineato che «tanto era stato ribadito da me personalmente ai Commissari nominati dal Governo nel corso dell’audizione che si è svolta presso il Consiglio regionale della Puglia e anche a loro avevamo sconsigliato la strada che oggi è stata intrapresa».