Anas ha avviato, nelle scorse ore, le attività di rimozione dei rifiuti sulle strade statali pugliesi. A darne notizia è l’assessora regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, esprimendo soddisfazione.
«Le attività, eseguite con le istituzioni, sono orientate al mantenimento del decoro e per contrastare l’abbandono illegale di rifiuti solidi urbani lungo le strade, al fine di prevenire pericoli per la viabilità, l’ambiente e la salute pubblica», evidenzia il responsabile territoriale dell’Anas, Vincenzo Marzi.
Le strade statali della provincia di Bari, Bat e Taranto interessate dalle attività di bonifica sono la SS 16 – 93 – 96 – 99 – 99Rac – 379 – 697 – 170dir A – NSA439 – NSA440 – NSA573 – 7 – 7Rac – 100 – 106 – 106dir – 172 – 172dir – 689. Le strade statali della provincia di Foggia interessate dalle attività di bonifica sono la SS 16 – 17 – 17var – 90 – 369 – 655 – 673 – 673dir – 692 – 89 – 89 dir B – 272 – 693 – 750 – 688. Le strade statali della provincia di Brindisi, Taranto e Lecce interessate dalle attività di bonifica sono la SS 16 – 7 Ter – 101 – 274 – 275 – 613 – 694 – 695.
Maraschio ricorda l’impegno dell’assessorato nel contrasto al fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. «A tale scopo – afferma – è stato creato un tavolo di coordinamento, che si è riunito in diverse occasioni e che vede la partecipazione e l’impegno di diversi enti competenti a livello territoriale nell’affrontare tale criticità (Anci, Comuni, Province, Anas). Con Anas ci sono stati diversi incontri al fine di coordinare le attività per far fronte comune alla problematica».
La Regione, proprio per supportare i Comuni nella prevenzione, nella rimozione e nel ripristino delle aree oggetto di abbandono dei rifiuti, negli ultimi sei anni ha stanziato risorse per circa 36,9 milioni di euro. «Abbiamo distribuito, tramite Ager, 1.811 fototrappole agli enti comunali e provinciali», aggiunge Maraschio che sottolinea il «lavoro importante» svolto dal Nucleo di vigilanza ambientale della Regione Puglia, che solo nel 2023 «ha elevato sanzioni amministrative pari a circa 150mila euro per violazione alle norme del Codice dell’Ambiente».