Salta l’audizione prevista in commissione regionale Ambiente sulla nuova società regionale per la gestione dei rifiuti. Un organismo in pista di decollo dal 2019 che va costituito entro fine marzo per evitare la tagliola del decreto statale concorrenza che fissa la scadenza per le nuove società in house.
Ieri era atteso l’intervento dell’Anci Puglia, di Ager e Acquedotto pugliese. Il neo presidente pro tempore del sindacato Massimo Colia, insediatosi 24 ore prima, ha chiesto tempo per approfondire la questione. Mentre l’Ager e Acquedotto hanno giustificato l’assenza per altri impegni istituzionali. La seduta è stata rinviata lunedì 27 marzo alle ore 15 con la richiesta di intervento estesa anche ai sindaci, ai quali il Codice dell’Ambiente attribuisce responsabilità dirette in materia ambientale, e a Confindustria Puglia. Assenze “sospette” per non dire inequivocabili a detta del consigliere regionale Fabiano Amati di Azione che ha sollevato altre criticità rispetto alla creazione della nuova società pubblica, che dovrebbe nascere per incorporazione di Ager in Aseco, azienda questa sotto il controllo di Aqp. Amati contesta l’esito della consultazione dei sindaci avvenuta il primo marzo all’Anci in un incontro presieduto in video conferenza dalla presidente Fiorenza Pascazio. A differenza di quanto emerso sinora, ovvero il parere favorevole della maggioranza dei sindaci pugliesi, avrebbero prevalso i no o i non risponde. Lo evidenzia lo stesso Amati che riporta il verbale dell’incontro. «In quel verbale – spiega Amati – si legge solo il parere favorevole del sindaco di Brindisi Riccardo Rossi, probabilmente offerto in data 1 marzo nella speranza di una ricandidatura ormai svanita, e di un’altra trentina di comuni, arrotondati per eccesso. Risulta, invece, la forte contrarietà del sindaco di Taranto Melucci, la richiesta del sindaco di Lecce di sottoporre il programma all’assemblea dei sindaci, una serie di perplessità e una stragrande maggioranza, pari a 227 comuni, che non si è espressa. Ecco servito il motivo di una sequenza di assenze per impegni istituzionali, registrati oggi in Commissione, che per ricorrenza statistica risultano più improbabili di una cinquina al lotto». Secondo Amati, in sostanza, il governo regionale nicchia e prende tempo in attesa di capire il da farsi. Nei fatti la nuova società desta più di qualche perplessità. La regione Puglia vorrebbe crearla per chiudere il ciclo dei rifiuti, tagliare le tariffe e spezzare le unghie ai gestori privati che operano in regime di monopolio.
Ma proprio il sistema privato è insorto contro la nuova società per bocca di Confindustria che messo a punto un esposto di 34 pagine, a firma del presidente Sergio Fontana, inviato alla Corte dei Conti (sezione regionale di controllo), all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Agcm), all’Autorità nazionale anti corruzione (Anac) e per conoscenza al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, al Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, alla Regione Puglia, all’Ager, all’Anci, all’Aqp,ad Aseco e a Confindustria Cisambiente. «Attraverso la creazione della Newco plurisoggettiva – spiega Fontana – Aqp cede ad Ager una quota del capitale di Aseco (proprietaria di un impianto di compostaggio già esistente ed autorizzato, coinvolto i due procedimenti penali nonché operante nel mercato della Forsu, acronimo relativo alla frazione organica dei rifiuti urbani) diventando compartecipe di una attività di servizio pubblico a rilevanza economica nel settore della gestione dei rifiuti, a essa Aqp (ed alla suo socio unico Regione) del tutto estraneo; attività che include il trattamento di rifiuti provenienti dal ciclo urbano».
Secondo Confindustria emergono alcuni profili di dubbia compatibilità della stessa società con il quadro delle coordinate normative. In particolare tenendo conto degli interessi pubblici e privati che vengono in rilievo e la necessità che l’ingresso della pubblica amministrazione nella gestione diretta di attività economiche tradizionalmente svolte in regime di mercato sia giustificato da specifiche, rilevanti e documentate esigenze. Secondo il sindacato degli industriali «nessuno dei soggetti coinvolti nell’operazione potrebbe o dovrebbe essere titolare di competenze gestionali in materia di gestione dei rifiuti». Infine il dubbio sollevato sul fatto che «Aseco possa ricevere la Forsu ad una tariffa intorno ai 100 euro a tonnellata e che tale tariffa sia inferiore al quella di mercato” e segnala come «gli enti locali pugliesi, titolari delle funzioni fondamentali nel settore dei rifiuti, siano stati estromessi dalla conoscenza preventiva dei dettagli dell’operazione».