Rifiuti radioattivi: pubblicato l’elenco dei siti idonei per il deposito. Ci sono aree di Puglia e Basilicata

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato la Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai) per il deposito dei rifiuti radioattivi. La Carta, elaborata da Sogin e approvata da Isin, individua 51 zone idonee, molte delle quali in Puglia e Basilicata.

Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha pubblicato sul proprio sito istituzionale l’elenco delle aree presenti nella proposta di Carta nazionale delle aree idonee (Cnai), che individua le zone dove realizzare in Italia il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco tecnologico, al fine di permettere lo stoccaggio in via definitiva dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività.

Tra i siti individuati ce ne sono diversi che ricadono nei territori di Puglia e Basilicata: si tratta, in particolare, dei territori di Matera e di alcuni comuni della provincia tra cui Montalbano Jonico, Bernalda, Montescaglioso e Irsina; di Genzano di Lucania in provincia di Potenza; di Laterza nel Tarantino e di Altamura e Gravina in Puglia nel Barese.

Rifiuti radioattivi Puglia e Basilicata
Elenco delle aree delle regioni Puglia e Basilicata presenti nella proposta di CNAI

La Carta è stata elaborata dalla Sogin, sulla base delle osservazioni emerse a seguito della consultazione pubblica e del Seminario nazionale condotti dopo la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), e approvata dall’Ispettorato nazionale per la Sicurezza nucleare e la Radioprotezione (Isin).

La Carta Nazionale delle aree idonee individua 51 zone i cui requisiti sono stati giudicati in linea con i parametri previsti dalla Guida tecnica Isin, che recepisce le normative internazionali per questo tipo di strutture.

Gli enti territoriali le cui aree non sono presenti nella proposta di Cnai, nonché il ministero della Difesa per le strutture militari interessate possono, entro trenta giorni dalla pubblicazione della Carta, presentare la propria autocandidatura a ospitare il Deposito nazionale e il Parco tecnologico e chiedere al Mase e alla Sogin di avviare una rivalutazione del territorio stesso, al fine di verificarne l’eventuale idoneità. Possono inoltre presentare la propria autocandidatura, entro lo stesso termine, anche gli enti territoriali le cui aree sono presenti nella proposta di Cnai.

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