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Rifiuti nucleari, a settembre il bando per il deposito unico: Murgia e Basilicata tra le possibili sedi

Tra i primi dossier che dovrà affrontare a settembre il governo c’è quello del deposito unico delle scorie nucleari. A ricordarlo è stato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, annunciando un provvedimento che aprirà le porte alle autocandidature dei territori. Vicino all’area che accoglierà i rifiuti, risultato anche delle centrali atomiche italiane dismesse in seguito…

Tra i primi dossier che dovrà affrontare a settembre il governo c’è quello del deposito unico delle scorie nucleari.

A ricordarlo è stato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, annunciando un provvedimento che aprirà le porte alle autocandidature dei territori. Vicino all’area che accoglierà i rifiuti, risultato anche delle centrali atomiche italiane dismesse in seguito al referendum, verrà realizzato anche un parco tecnologico destinato alla ricerca.

L’idea dell’esecutivo è di lasciare aperto il bando per le candidature per un arco di tempo che vada dai tre ai sei mesi.

In particolare, nel deposito unico nazionale saranno sistemati definitivamente e in sicurezza circa 78.000 metri cubi di rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività, la cui radioattività decade a valori trascurabili nell’arco di 300 anni.

La Sogin, società pubblica incaricata dell’individuazione del sito idoneo, un anno fa ha raccolto nella Cnai, Carta Nazionale Aree Idonee, l’elenco delle aree in cui sarebbe possibile realizzare l’impianto nella massima sicurezza. Tra le potenziali sedi anche alcune zone del materano e della Murgia pugliese.

Secondo quanto riportato nella Guida Tecnica n. 29, “per ‘aree potenzialmente idonee’ si intendono quelle, anche vaste, che presentano caratteristiche favorevoli alla individuazione di siti in grado di risultare idonei alla localizzazione del deposito attraverso successive indagini tecniche specifiche e sulla base degli esiti di analisi di sicurezza condotte tenendo conto delle caratteristiche progettuali della struttura del deposito”.

I presidenti di Puglia e Basilicata, Emiliano e Bardi, hanno da tempo espresso la propria contrarietà ad ospitare il deposito sul proprio territorio.

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