La legge pugliese sul reddito energetico, pensata per incentivare l’uso di energie rinnovabili e contrastare la povertà energetica, sembra aver raccolto ben pochi frutti.
Stando ai dati emersi durante le audizioni in V commissione del Consiglio regionale, nonostante uno stanziamento di 6,8 milioni di euro, solo 400 cittadini hanno presentato istanza per usufruire dei contributi regionali per l’installazione di impianti fotovoltaici. Ancora più allarmante è il numero delle pratiche concluse, appena 134.
Francesco Corvace, dirigente della sezione Transizione energetica della Regione Puglia, ha ammesso che la misura non ha funzionato come previsto e ha illustrato le criticità del sistema. Tra queste, il numero esiguo di istanze presentate e la lentezza delle procedure.
Di fronte a questi risultati, la Regione è già intervenuta con una legge di modifica per cercare di rendere la misura più efficace. Tuttavia, è evidente che il reddito energetico pugliese, almeno nella sua prima formulazione, non è riuscito a raggiungere gli obiettivi prefissati.
Le cause di questo insuccesso sono molteplici e richiedono un’analisi approfondita. Tra le possibili spiegazioni ci sono la complessità delle procedure, la mancanza di informazione tra i cittadini o la scarsa attrattività dei contributi.