Puglia nuova Terra dei fuochi: il business sporco dei rifiuti con la Campania

«Centinaia e centinaia che abbiamo fatto». È nelle parole di Ilario Vernieri, uno dei perni dell’organizzazione criminale che trafficava in rifiuti, la dimensione del fenomeno, scoperto dai carabinieri del Noe di Bari e, purtroppo, solo in parte debellato. Vernieri, con il ruolo di intermediario per le aziende che avevano bisogno di smaltire i rifiuti non recuperabili, nonché gestore di fatto della campana D.G. Ecology srl, parla dei viaggi fatti per anni, su e giù per quei 150, 200 chilometri, con destinazione finale vigneti, oliveti, cave dismesse, capannoni. Con documenti falsi o inesistenti.

Il fenomeno

Vestiti e calzature usati, plastica, gomma, imballaggi, scarti della lavorazione carta, mescolati a rifiuti solidi urbani. Un mix esplosivo di migliaia di tonnellate, il cui smaltimento illecito ha fatto risparmiare le aziende produttrici che avrebbero dovuto conferire in discarica e accumulare un patrimonio illecito di un milione 200mila euro (somma di denaro di cui è stato disposto il sequestro per equivalente alla Ceva Service). Ecoballe, ammassi di rifiuti raccappriccianti, smaltiti durante la notte, grazie all’utilizzo di camion dell’organizzazione, comparivano improvvisamente al mattino accanto a filari di uva, nel territorio del foggiano, e in particolare a Borgo Mezzanone, Stornara, Lucera. Numerose volte, poi, gli sversamenti avevano come destinazione una cava dismessa di Minervino Murge, il cui proprietario è tra gli indagati.

I personaggi

Ieri mattina sono finiti ai domiciliari, su disposizione del gip Vittorio Rinaldi e su richiesta della Dda di Bari, il 52enne salernitano Ilario Vernieri, Gaetano Vernieri, di 25 anni, il cerignolano Giacomo Campese, di 61 anni, Gerardo Saracino, anche lui di Cerignola, 58 anni, Mauro Campese, 40enne di Cerignola, Michele Saracino, 33 anni di Cerignola, Francesco Dastice, 52 anni di Cerignola, e Antonio Verlingieri, 43anni, residente a Orta Nova. Altre 9 le persone indagate.

Le indagini

Partite nel 2020 e durate fino a tutto il 2021, si sono avvalse dell’utilizzo di intercettazioni, ma anche di telecamere con visori notturni che hanno consentito di riprendere in diretta uno scarico, e perfino di un drone. Tra i casi più gravi, il 10 febbraio 2020 a Stornara, un capannone fu trovato stracolmo di ecoballe; il 21 febbraio a Stornarella, 50 tonnellate di rifiuti abbandonati in aperta campagna; il 6 marzo a Contessa di Stornara, rifiuti indifferenziati vennero dati alle fiamme. Altre 80 tonnellate a San Martino in Pensilis il 3 aprile 2020 e altre 50 a Passo Breccioso di Foggia il 16 aprile dello stesso anno; il 24 aprile 2020 a Stornara, contrada Frangipane, vennero scaricate e date alle fiamme 20 tonnellate.

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