Prima il caldo, poi i pappagalli verdi: nel Barese ko la produzione di mandorle

Non bastava la siccità che ha ridotto il raccolto di mandorle del 60%. Adesso a danneggiare i produttori di una delle eccellenze dell’agricoltura pugliese sono i pappagalli verdi che infestano il Nord barese e l’alta Murgia. A denunciarlo sono i vertici di Coldiretti, secondo la quale i danni provocati alle imprese agricole dalla fauna selvatica superano i 30 milioni di euro.

L’allarme

Nel mirino dell’associazione ci sono i parrocchetti monaci della specie Myiopsitta monachus Boddaert, apparsi con un primo insediamento su un eucalipto in contrada Madonna delle Rose, a Molfetta, e successivamente stabilitisi in nidi “multifamiliari”. I pappagalli verdi spaccano il guscio legnoso ed estraggono con la lingua il frutto delle mandorle: un danno enorme soprattutto per le province di Bari e Brindisi che, rispettivamente con 63mila e 41mila quintali, trainano la produzione pugliese seguite dalla Capitanata e dal Tarantino. E il danno è ancora più pesante se si pensa che, in Puglia, si produce il 22% del totale nazionale di mandorle.

Le zone colpite

Nel dettaglio, il fenomeno denunciato da Coldiretti riguarda città e campagne di Bari, Bisceglie, Giovinazzo, Palese, Santo Spirito, Bitonto, Bitetto, Palo del Colle, Binetto, Grumo Appula fino a spingersi sull’Alta Murgia.

Lo scenario

Fanno il paio con i pappagalli gli storni che colpiscono particolarmente il settore olivicolo, con un danno tra il 30 e oltre il 60% sugli olivi coltivati soprattutto nelle zone a ridosso del mare, da un lato sull’Adriatico dall’altro sullo Jonio, dove gli agricoltori non hanno strumenti per arginare la presenza eccessiva e in progressivo aumento degli storni che da migratori sono divenuti stanziali. Ma in Puglia c’è anche il “killer dei mari”, il granchio blu che ha preso d’assalto le coste dalla laguna di Lesina e Varano fino ai bacini retrodunali del Salento, con danni all’ecosistema ma soprattutto alla pesca della paranza.

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