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«Più che il Colle sembra X-Factor»

Un’altra giornata a vuoto, un’ennesima fumata nera. Potrebbe finire così, quest’oggi, la quinta votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica. A meno che i capigruppo dei partiti, questa mattina, non decidano di raddoppiare e fare due tornate in un solo giorno; e, a meno che, nel mezzo, le coalizioni non trovino il sospirato accordo. Ma durante la riunione di centrodestra, la decisione: si voterà la presidente del Senato Elisabetta Casellati. Non di certo un nome di unità, ma un modo per contarsi e vedere se si hanno (con l’aiuto del M5S), i numeri. Si rischia però la rottura.

Fino a ieri sera, mentre si teneva la riunione del centrodestra a Montecitorio, un accordo non c’era nemmeno tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. «Siamo in disaccordo su tutto», trapelava dall’incontro iniziato verso le ventidue, dove sembra che siano volati gli stracci. In disaccordo su una delle personalità proposte dal leader della Lega Matteo Salvini, quella del giurista Sabino Cassese, sul quale c’è stato subito il veto azzurro: «Non lo voteremo mai», dichiarava il senatore Maurizio Gasparri. Veto posto anche sul nome dell’ex segretaria generale Elisabetta Belloni, nome circolato per tutto il giorno e poi presto sfumato, perché inviso a troppi parlamentari, che non vogliono «un capo dei servizi segreti al Quirinale».
Ieri la giornata si è consumata così, in una girandola infinita di proposte e probabilità, che prima prendevano piede e poi si scontravano subito con i “no” di qualche forza politica: «Sembra di essere a X Factor, siamo davanti a uno show indecoroso», sbottava a un certo punto Matteo Renzi. E lo spiegava bene in tarda serata la sottosegretaria dem Anna Ascani: «Se avessimo fatto l’incontro tra tutti come richiesto da Letta, avremmo evitato questo balletto». Lo stesso che si è consumato sul nome dell’ex ministro Franco Frattini, che Salvini sembrava voler proporre ai suoi prima di ricevere “l’imbarazzo” del segretario del Pd Enrico Letta e l’allarme della viceministra grillina Laura Castelli: «Con lui si spezza la maggioranza». Eppure, il leader del Carroccio verso le 16 dichiarava: «Domani (oggi, ndr) avremo il Presidente della Repubblica, dopodomani (domani), vedrò i miei figli». Una promessa che ieri sera sembrava vana, almeno fino alle ventitré, mentre i partiti di centrodestra discutevano su Cassese, sull’ex presidente del Senato Marcello Pera e sul diplomatico Giampiero Massolo, altra personalità incontrata ieri da Salvini per sondarne la disponibilità. Ma senza trovare unità nemmeno al proprio interno, fino al rispuntare di Casellati: probabilmente sarà lei il voto, ma utile solo a contarsi. Questa mattina i capigruppo dei partiti decideranno se fare una o due votazioni in un giorno, ma il rischio è che si vada verso un’altra fumata nera. E che i parlamentari, lasciati senza guida per troppi giorni, inizino a votare per conto loro. L’opzione preferita in questo caso? Il Mattarella bis. Ma c’è sempre il premier che guarda alla finestra di via del Parlamento.

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