Le criticità rilevate sull’ampliamento della pista Porsche Ntc di Nardò hanno portato Bruxelles ha chiedere ulteriori chiarimenti. Il progetto prevede una serie di interventi tra cui la realizzazione di nove piste, che vanno ad aggiungersi alle 12 esistenti, con diversi edifici tecnici e amministrativi, una mensa, un grande parcheggio, un centro per la logistica e la manutenzione, una stazione di servizio ed altre opere.
Gli interventi previsti interessano la zona speciale di conservazione “Palude del Conte e Dune di Punta Prosciutto”, un’area di rilevante pregio ambientale e che interessa un ecosistema di particolare pregio con specie botaniche rare incluse nella lista rossa, di importanti specie animali e per la presenza di ulteriori e notevoli estensioni di macchia, gariga e steppa.
Questo importante e complesso habitat prevederebbe prevede lo sradicamento di oltre 400mila metri quadrati di foresta, oltre un milione e mezzo di metri quadrati di altre superfici boscate e di oltre 70mila metri quadrati di habitat di steppa, specie prioritaria che non può e non dove essere distrutta.
In questa battaglia a tutela dell’ambiente, Italia Nostra non è contraria all’ammodernamento dell’impianto della Porsche, ma al progetto tal quale e alla procedura di deroga sulla salvaguardia dell’habitat adottata dalla Regione Puglia in quanto mancherebbero i presupposti necessari giacché l’intervento potrebbe realizzarsi senza intaccate la vegetazione protetta e con minore consumo di suolo, argomentazioni che l’associazione ha illustrato nell’audizione della Regione Puglia evidenziando la mancanza di un adeguato esame delle localizzazioni alternative, in quanto tale carenza costituisce un presupposto fondamentale in caso di accertato pregiudizio degli habitat, unitamente alle carenze del parere espresso nella Valutazione di impatto ambientale, senza conoscere gli elementi essenziali come l’entità della biomassa estirpata.
Dopo i vari esposti invitati a Bruxelles, il commissario Virginijus Sinkevicius ha redatto a nome della Commissione europea una relazione specificando che «permangono alcune questioni in sospeso riguardanti tra l’altro i motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, la Commissione contatterà le autorità italiane per chiedere ulteriori chiarimenti». Al vaglio, dunque, le presunte gravi carenze nella valutazione di possibili localizzazioni alternative delle nuove opere, per permettere la salvaguardia della storica foresta e della macchia dell’Arneo.