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Picchi di benzene dallo stabilimento ex Ilva di Taranto: il caso arriva in Parlamento. L’interrogazione di Turco

Il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 stelle, ha presentato un'interrogazione al ministro della Salute, Orazio Schillaci, e a quello dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sui rischi legati ai picchi di benzene dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto. Nel documento, Turco, chiede se i ministri intendano «confermare la validità delle…

Il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 stelle, ha presentato un’interrogazione al ministro della Salute, Orazio Schillaci, e a quello dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sui rischi legati ai picchi di benzene dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto.

Nel documento, Turco, chiede se i ministri intendano «confermare la validità delle valutazioni del danno sanitario, così come attestate in ultimo dall’Oms, e quali misure di competenza intendano adottare per ridurre nell’immediato le concentrazioni di benzene ed altri inquinanti tossici provenienti dall’area a caldo dello stabilimento siderurgico ex Ilva».

Inoltre, Turco chiede «se nelle more della revisione della Direttiva 2008/50/CE, si intenda anticipare l’intervento sui limiti degli inquinanti indicati dal D.Lgs. 155/2010, in armonia con le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità e in linea con quanto già fatto da altri Paesi europei in materia di benzene. In ultimo – prosegue Turco -, si domanda ai ministri se vi sia l’intenzione di condizionare il rilascio della nuova Aia, o l’eventuale proroga di quella in essere, a una nuova preventiva Valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario (Viias), o se nelle more di essa si disponga la sospensione del rinnovo dell’Aia presentata nel febbraio 2023 o della ulteriore proroga di quella rilasciata nel 2012, considerando che entrambe prevedono la sola continuità produttiva a carbone».

L’interrogazione arriva «a valle dei rilievi operati da Arpa Puglia, secondo cui le concentrazioni di benzene registrate nel capoluogo tarantino, provenienti dalle aree a caldo dell’impianto siderurgico ex Ilva, si sono triplicate dal 2018 al 2022, laddove Acciaierie d’Italia sostiene di rispettare il limite di 5 microgrammi», spiega il senatore pentastellato.

«Lo Iarc, lnternational Agency for Research on Cancer, in un suo recente studio – conclude -, ha classificato il benzene come un cancerogeno di “classe 1”, cioè una sostanza “certamente in grado di causare la comparsa di cancro nell’essere umano”. Taranto non può più sacrificare il diritto alla vita e quello alla salute in luogo di una produzione insostenibile sotto il profilo economico, ambientale e sociale».

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