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Pandemia, lo stato d’emergenza non sarà prorogato

«Il Governo è consapevole del fatto che la solidità della ripresa dipende prima di tutto dalla capacità di superare le emergenze del momento. La situazione epidemiologica è in forte miglioramento, grazie al successo della campagna vaccinale, e ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese. Voglio annunciare che è…
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«Il Governo è consapevole del fatto che la solidità della ripresa dipende prima di tutto dalla capacità di superare le emergenze del momento. La situazione epidemiologica è in forte miglioramento, grazie al successo della campagna vaccinale, e ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese. Voglio annunciare che è intenzione del Governo non prorogare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo».

Lo ha detto il premier Mario Draghi al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. «Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto – tra cui fiere, sport, feste e spettacoli. Continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze – precisa il premier – Il nostro obiettivo è riaprire del tutto, al più presto».
Dal primo aprile, dunque, non sarà più in vigore il sistema della zone colorate. Le scuole resteranno sempre aperte e saranno eliminate le quarantene da contatto. La grande novità è che cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto e quello delle mascherine ffp2 in classe.
Un annuncio che tutti gli italiani attendevano e per il quale è stato fondamentale il lavoro della Lega, che si è fatta carico delle richieste di famiglie, studenti e lavoratori della scuola. Via il sistema a colori per le Regioni, via le quarantene per chi è stato semplicemente a contatto con un positivo, via le mascherine Ffp2 in classe: la continuità didattica per la seconda parte dell’anno scolastico sarà garantita. «Ma non basta: ora la politica cancelli altre restrizioni che non hanno più senso dopo due anni di sofferenze» sottolinea Rossano Sasso, sottosegretario del ministero dell’Istruzione.

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