«Non saremo la discarica nucleare del sud d’Italia»: il grido dei lucani contro le scorie

«L’iniziativa impianti aperti di Sogin è uno specchietto per le allodole che non inganna i lucani, sempre attenti nel difendere il territorio delle ipotesi di realizzarci una discarica nucleare nazionale. Per essere realmente trasparente non è sufficiente organizzare visite guidate agli impianti ma dare risposte. La Sogin deve risponderci con urgenza in merito ai motivi per cui le osservazioni da noi presentate nell’ambito della procedura per l’esclusione della Basilicata e della Puglia tra le aree per ospitare il deposito nucleare, non sono state considerate valide, come previsto dalla normativa e nel rispetto dei principi e delle previsioni di cui alla legge n° 241 del 1990», si legge così in una nota di Pasquale Stigliani, portavoce dell’Associazione antinucleare “Scanziamo le scorie”, nata nei giorni della “protesta civile di Scanzano” del 2003, rivolta che ha bloccato la Lucania per due settimane e ha stoppato il progetto di Sogin per il governo Berlusconi del deposito nel territorio di Scanzano Jonico.

In relazione alle parole di Stigliani, con una nota indirizzata all’amministratore delegato di Sogin, Gian Luca Artizzu, il presidente dell’associazione, Donato Nardiello, ha chiesto chiarimenti inviando nuovamente le osservazioni, già presentate durante la consultazione anche da una pluralità di soggetti rappresentanti di tutte le categorie attive sul territorio lucano: Regione Basilicata, quasi tutti i Comuni lucani, Ordini professionali, Associazioni ambientaliste e sindacati del settore agricolo.

«Ricordiamo – aggiunge Stigliani – che i Comuni di Matera, Montalbano, Bernalda, Montescaglioso, Irsina, Genzano di Lucania, Altamura e Laterza sono coinvolti nella Carta nazionale delle aree idonee in cui potrebbe essere realizzato il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi che con le gloriose 15 giornate di “Scanzano” del 2003 riuscimmo a bloccare. In attesa delle risposte concrete, nei prossimi giorni promuoveremo delle iniziative di informazione e controinformazione per ribadire la ferma contrarietà alla discarica nucleare nazionale nella nostra Madre terra».

E proprio sulla Carta nazionale delle aree idonee, qualche mese il presidente della Regione, Vito Bardi (confermato alle ultime consultazioni, ndr) evidenziava che la Basilicata aveva già espresso in ogni sede il proprio parere negativo, che confermiamo oggi e per il futuro. Alcuni Comuni si sono già candidati, siamo sicuri che saranno presi in considerazione. I lucani, insomma, dopo aver festeggiato da pochi mesi il ventennale della sua più grande vittoria civile, si ritrova ancora in guerra con il nucleare.

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