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Noccioli d’olive al posto del cemento: la tesi di Sonia a Manchester

Creare materiale di costruzione sostenibile dalla cenere del nocciolo delle olive in sostituzione del cemento. Questa l’idea della 27enne biscegliese Sonia Losapio, Master of Architecture alla Manchester School of Architecture, che ha realizzato un progetto di tesi innovativo e femminista. Sonia, come nasce questo lavoro di tesi e quanto hai impiegato a strutturarlo? «Ho dedicato…

Creare materiale di costruzione sostenibile dalla cenere del nocciolo delle olive in sostituzione del cemento. Questa l’idea della 27enne biscegliese Sonia Losapio, Master of Architecture alla Manchester School of Architecture, che ha realizzato un progetto di tesi innovativo e femminista.

Sonia, come nasce questo lavoro di tesi e quanto hai impiegato a strutturarlo?

«Ho dedicato il mio ultimo anno di studi alla stesura del progetto di tesi chiamato ‘Edu-Farming Bisceglie’. Trattandosi di un progetto di architettura femminista era essenziale che avessi una relazione personale con il progetto stesso e che rispondesse a problemi di natura sociale. La carenza di adeguate infrastrutture al Sud Italia ci ha reso dipendenti dall’utilizzo di veicoli a benzina responsabili dell’86% delle emissioni gas serra in Puglia. Inoltre più del 58% del territorio pugliese è utilizzato per l’attività agricola. Cosi ho scelto di fondere ‘l’eco-tourism’ con l’architettura, contrastando la dipendenza da veicoli e utilizzando un lotto abbandonato nella zona di Sant’Andrea».

Quali sono i tratti di sostenibilità e innovazione di questo progetto?

«Come parte del lavoro è stato realizzato un nuovo materiale di costruzione che ho chiamato ‘Bio-Olive Ashcrete’ che proviene dalla fusione di cenere di olive e concrete (cemento). La cenere del nocciolo d’oliva è un materiale di scarto e può essere utilizzata al posto del cemento per diminuire le emissioni Co2 locali e creare un materiale sostenibile».

La tua terra d’origine ha giocato un ruolo fondamentale nella stesura del lavoro.

«Ho deciso di puntare su Bisceglie come sito del progetto perché, oltre a essere la mia terra natale, è anche esclusa come tappa da tutti gli itinerari turistici in Puglia. Essendo una cittadina sul mare il turismo locale è incentrato sul turismo balneare. Ciò costituiva un’opportunità per promuovere il patrimonio agro-alimentare per de-stagionalizzare il turismo».

Chi ha collaborato con te per la redazione del progetto?

«Ho redatto il progetto da sola, ma seguita dalle docenti Carma Masson e Helen Iball. Ho collaborato con esperti frantoiani come Frantoio Angarano, Frantoio Galantino e Frantoio Logoluso, ma anche con proprietari di strutture ricettive come il B&b Al Porto Novo Bisceglie, B&B Donna Lucrezia e Masseria Posta Santa Croce».

Cosa senti di dire ai giovani, ai tuoi coetanei che hanno un’idea innovativa, brillante, moderna?

«Il primo consiglio è di confrontarsi sempre con esperti del campo d’interesse. Scegliere un buon mentore da cui prendere esempio è essenziale. Poi personalizzare il proprio percorso in relazione all’obiettivo finale».

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