“No alla sospensiva”: la storia infinita della discarica Ferlive di Bitonto

No alla richiesta di rinvio da parte di Ferlive e disco verde a valutare nel merito l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata dalla Città metropolitana a novembre dello scorso anno sulla discarica di rifiuti speciali da ubicare in contrada Colajanni a Bitonto.

Si può riassumere così l’udienza che si è svolta ieri mattina al Tribunale amministrativo regionale (Tar) per discutere della infinita questione e, in modo particolare, sul ricorso presentato dal Comune di Bitonto (al cui fianco ci sono Terlizzi e tre associazioni ambientaliste: “Fare verde”, “Ambiente è vita”, “Italia nostra”) contro l’ente di via Spalato e la Ferlive stessa.

È successo, allora, che nelle ore immediatamente precedenti l’appuntamento di ieri mattina, la società abbia presentato al Tar una richiesta di sospensione del giudizio perché si è ancora in attesa del parere, da parte della Regione Puglia, sul Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) con cui sono state chieste nuove e altre tipologie di rifiuti da poter smaltire, oltre quelli per cui è stato dato il via libera dalla Città metropolitana. Questo “filone” nasce a gennaio con il chiaro intento, da parte di Ferlive, di reintrodurre quei codici che in fase di Aia erano stati eliminati viste le calzanti osservazioni proprio delle associazioni. Ebbene, a riguardo, un parere della Regione non è ancora arrivato e proprio sulla Paur, a settembre, sono state depositate anche le osservazioni da parte del Comune. Stando così le cose, allora, l’azienda ha chiesto al Tar di prendere tempo ma lo stesso ha declinato la richiesta, accettando così le posizioni dei ricorrenti, ribadendo che si deciderà nel merito.

La decisione dei giudici è stata accolta molto positivamente dai rappresentanti del Comune e dagli ambientalisti, tutti compatti nel ritenere che quello di Ferlive sia stato un disperato tentativo. Adesso si attende la sentenza ma si può dire che la società abbia incassato una (significativa) sconfitta. In contrada Colajanni, lo ricordiamo, si vuole realizzare un bacino di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi (sul o nel suolo) per un volume netto di rifiuti nell’intero bacino pari a circa 2.100.00 metri cubi e per un quantitativo annuo di 180mila tonnellate nell’ agro di Bitonto all’interno di una cava dismessa, situata in una zona a vocazione esclusivamente agricola e a meno di tre chilometri dalle frazioni di Palombaio e di Sovereto.

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