Il problema degli sversamenti di liquami nella zona della Rotonda a Mola di Bari è diventato sempre più evidente.
In una soleggiata domenica, mentre i cittadini stavano godendosi la bella giornata all’aperto e le temperature finalmente miti, l’aria del canale di Sant’Antonio è diventata improvvisamente irrespirabile. Odori nauseabondi e un rivolo di acqua color marrone ha tinto il blu del mare calmo.
A documentare questo grave episodio sono stati numerosi cittadini che, transitati da lì, hanno assistito al fatto, riempiendo i social di foto e video.
Eppure, poco più di due anni fa, era stato reso noto un progetto di riqualificazione di tutto il waterfront e del molo “foraneo”, nel quale si inseriva anche un piano per la realizzazione di un solarium urbano, proprio dove ora ci sono gli sversamenti.
Esso prevedeva una serie di interventi, per un importo di circa 2milioni di euro, finanziati dal progetto “Ai Smart”, nell’ambito del programma Interreg Italia-Grecia. Una grande opera che ha valorizzato, e valorizzerà, tutto il lungomare, cambiando il volto della città e creando nuove infrastrutture che fungeranno da attrattiva per il turismo.
Un progetto che, ora, le associazioni ambientaliste chiedono di rivedere, proprio nella zona dove dovrebbe sorgere la nuova struttura balneare.
«È fondamentale – fanno sapere da “Mola Libera” – che si affronti apertamente il deficit strutturale del sistema fognario lungo il litorale. Nonostante il potenziale turistico di Mola, si assiste ancora, in pieno centro e nella zona che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città, a una situazione di degrado come quello dello scarico della fogna bianca a mare. Ci auguriamo che il il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri (Noe) possa presto fare chiarezza sull’origine dello sversamento».
Anche la scelta del posto dove posizionare il nuovo progetto di spiaggia pubblica cittadina non sarebbe dei migliori.
«Andare a costruire un solarium in quel punto – fa sapere il presidente dell’associazione “Per fare un fiore” Rosa Innamorato – significa andare a deturpare la costa, piantando dei piloni nelle rocce. Inoltre come può essere balneabile una zona dove, com’è successo ieri, c’è uno sversamento di fogna? Ci sarebbero tante altre spiaggette, più idonee e abbandonate, che necessiterebbero di una riqualificazione e dove i lavori potrebbero essere anche meno onerosi».