Michele Riondino in piazza con gli ambientalisti a Taranto: «Ora ricominciamo a parlare»

«Siamo qui per guardarci negli occhi, parlarci e riprendere un dialogo che è stato interrotto tra i cittadini. Assistiamo a una lotta tra i poteri dello Stato: da un lato il potere della giustizia che ha messo sotto sequestro gli impianti e dall’altro il potere politico che impedisce alla giustizia di operare».

C’era anche l’attore Michele Riondino ieri all’assemblea cittadina organizzata dalle associazioni ambientaliste in piazza Immacolata. Salute e ambiente sono ancora i due bandoli di una matassa che non si sbroglia. Ancora una volta in piazza i cittadini scendono per parlare dell’acciaieria.

Ancora una volta le immagini con i volti dei bambini morti di tumore fanno da padrone in una piazza semivuota (saranno stati circa un centinaio i partecipanti, pochissimi i giovani). «Vogliono il nostro silenzio e invece noi dobbiamo parlare». È sulla parola, o meglio è sul logos che deve fondarsi la nuova ribellione di Taranto per Michele Riondino. Il pensiero mosso dalla ragione e la manifestazione del pensiero stesso, è questo il logos degli antichi greci da cui la città dell’acciaio affonda le proprie origini. E poi c’è la condivisione.

Una donna teneva in alto un cartello con lo slogan “Solo uniti si vince”. «Abbiamo fatto delle proposte alle istituzioni, ma non siamo stati ascoltati perché considerati ignoranti – ha continuato Riondino – ma il 13 febbraio porteremo al Parlamento i dati di Taranto e a sentirci ci saranno deputati e senatori».

Acclamato dalla folla, Riondino non è stato l’unico a prendere la parola durante l’incontro. Insieme a lui anche l’operaio Raffaele Cataldi «operato di tumore» e Stefano Sibilla, sindacalista che ha invitato a un’alleanza tra i cittadini ed i lavoratori. Ad aprire l’Assemblea una donna, Simona, insieme a suo figlio Andrea di 10 anni affetto da una rara malattia, «unico caso in Italia» come specifica la giovane mamma.

A partecipare all’incontro cittadino di ieri, c’era anche Alessandro Marescotti di Peacelink che ha ripreso il pensiero di Antonio Gramsci. «La classe operaia può vincere solo unendosi alle altre vittime del potere. Ai suoi tempi, si trattava dei contadini del Sud. Oggi, sono i cittadini ammalati, le donne, gli anziani e i bambini che subiscono gli impatti delle emissioni cancerogene dello stabilimento siderurgico. Dobbiamo imparare da Gramsci e costruire oggi un fronte unito che comprenda lavoratori, cittadini e ambientalisti, rivendicando uno sviluppo sostenibile nell’interesse di tutti». Massimo Castellana dei Genitori tarantini ha aggiunto «l’assemblea di oggi serve per capire se possiamo organizzare una nuova manifestazione a Taranto fra fine marzo e i primi di aprile, in attesa anche delle conclusioni della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che deve rispondere al tribunale di Milano in merito all’inibitoria presentata da dieci cittadini e un bambino».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version