Masseria Torre Bella, ci sarà la vigilanza dei lavori. Gli scavi, nell’area che sorge difronte ad una delle entrate dello stadio San Nicola, sono stati bloccati la scorsa settimana, per mancanza delle autorizzazioni necessarie e ora, grazie a questo provvedimento, la Sovrintendenza ha deciso di avviare la procedura di vigilanza. Tutti gli interventi che verranno effettuati, al momento della ripresa dei lavori, saranno oggetto di verifica da parte di un tecnico. Una piccola vittoria per la tutela dell’antico frantoio settecentesco che si è potuta raggiungere grazie all’intervento sinergico di cittadini, associazioni, organi di informazione e istituzioni.
Il faro sull’anomalia dei lavori, in un’area archeologica sottoposta a vincolo paesaggistico che sarebbe addirittura dovuta diventare un parco archeologico, è stato puntato dagli attivisti Donato Cippone, di “Onda verde Puglia facciamo rete” e Nicola De Toma, responsabile dell’associazione “Villaggio dei lavoratori stadio, non solo sport e cultura”, nonché componente di “Fare Verde”, affiancati dal geologo Sante Sabatiello e dal presidente dell’Archeo club Antonino Greco, che avevano notato la mancanza del nullaosta della Sovrintendenza sui permessi esibiti ad di fuori del cantiere. Successivamente, a seguito dell’accoglimento della richiesta di verifica da parte dell’ingegnere responsabile della ripartizione Urbanistica ed Edilizia del Comune di Bari Pompeo Colacicco, un gruppo di vigili tecnici sono stati inviati per verificare lo stato dei lavori e le autorizzazioni. Le opere di trivellazione, a pochi passi dal casale, non rientravano nei permessi che il Comune aveva rilasciato, essendo previsti solo la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) e l’autorizzazione per il tracciamento stradale. Subito dopo lo stop ai lavori, la responsabile della Soprintendenza architettonica Caterina Annese, che aveva già avviato delle verifiche al momento della prima segnalazione, sollecitata sempre dai volontari e le associazioni, ha avviato la procedura di vigilanza architettonica.
«Vogliamo ringraziare gli organi amministrativi del Comune e della Sovrintendeza che ci hanno ascoltato e hanno contribuito al raggiungimento di questo risultato – fanno sapere i volontari – Vogliamo ringraziare anche l’Edicola del Sud per averci seguito e dato voce. Non siamo contrari al progresso edilizio, ma questi non può e non deve deturpare un’area con un gioiello e un bene che chiunque, all’estero, ci invidierebbe».