Margherita di Savoia: la spiaggia rischia di scomparire. La previsione di Legambiente

«Uno studio ipotizza che tra 50 anni il mare toccherà la Salina, per cui tutta quella fascia costiera sparirà completamente». Queste le parole del presidente di Legambiente Puglia e Margherita di Savoia Ruggero Ronzulli, sul fenomeno dell’erosione che interessa ormai da tempo la litoranea margheritana. Le aree costiere sono uno degli ecosistemi in costante trasformazione e da sempre soggette al rischio di erosione.

È il caso della costa pugliese, che si sviluppa per 995 chilometri, in cui i fenomeni di erosione erano presenti in pochi tratti del litorale, in particolare nelle aree interessate da opere infrastrutturali tra cui porti e foci armate.

L’evoluzione del litorale è stata fortemente influenzata sin dagli anni ‘50 del secolo scorso, sia a causa della rimozione della duna costiera, sia dalla costruzione di importanti opere a mare, come ad esempio il porto di Margherita che ha causato un’alterazione del flusso di sedimenti lungo la riva, dando origine ad una serie di opere rigide verso nord. Si tratta di oltre 200 pennelli in scogli (scogliere artificiali), che hanno causato un impatto ambientale e paesaggistico enorme, senza risolvere il problema. Inoltre il tratto in forte erosione a nord del porto ha una valenza ambientale notevole per la presenza di stagni, saline, cordoni dunari che sono quindi a fortissimo rischio. «La Regione Puglia, attraverso il “Piano Regionale delle coste”, demanda ai vari comuni la fruizione del litorale. Il problema è che il comune di Margherita di Savoia non ha un Piano Comunale delle coste: con la ex amministrazione il comune aveva avviato il piano, ma poi non c’è stato nulla di fatto.

Questi piani sono fondamentali sia per quanto riguarda la gestione delle concessioni demaniali e sia per individuare le eventuali criticità sui fenomeni dell’erosione costiera», afferma il presidente Legambiente Puglia Ruggero Ronzulli. Lo scorso anno un team di ricercatori del Politecnico di Bari diede il via al progetto “Stimare: Strategie innovative per il monitoraggio ed analisi del rischio erosione”, con l’obiettivo di analizzare il grado di percezione del rischio di erosione costiera a Margherita, proponendo dei possibili interventi che non sono stati messi in pratica.

«Margherita di Savoia è un caso nazionale: a nord l’erosione è frutto di un’opera sbagliata dell’uomo, mentre a sud è frutto dell’azione dell’Ofanto. Purtroppo non sono ancora stati effettuati interventi per risolvere la situazione e i titolari degli stabilimenti balneari temono, ogni anno sempre di più, di perdere il loro lavoro.

«A questo si aggiungono i cambiamenti climatici che stanno determinando ulteriori danni con l’aumento del livello del mar Mediterraneo», spiega Tonino Capacchione responsabile dei balneari in Puglia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version