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M5S, Il sogno spezzato di Conte

Giuseppe Conte non è più il leader del Movimento 5 Stelle. Si torna al punto di partenza, tabula rasa. E chissà che un “vizio di forma” non si trasformi in una nuova rivoluzione per la forza politica nel pieno dello scontro interno. Il Tribunale di Napoli ha tarpato le ali al sogno dell’ex premier: il…
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Giuseppe Conte non è più il leader del Movimento 5 Stelle. Si torna al punto di partenza, tabula rasa. E chissà che un “vizio di forma” non si trasformi in una nuova rivoluzione per la forza politica nel pieno dello scontro interno.

Il Tribunale di Napoli ha tarpato le ali al sogno dell’ex premier: il nuovo Statuto e le nomine che ne sono conseguite sono state invalidate. Centinaia di attivisti hanno infatti presentato ricorso perché esclusi dalla votazione di modifica, a causa del passaggio dalla vecchia piattaforma (Rousseau) a quella nuova (SkyVote), con la mancanza quindi di un quorum. Il giudice Gian Piero Scoppa ha sospeso in via cautelare i provvedimenti di agosto parlando di “gravi vizi nel processo decisionale”. «Decade la carica di Conte, in primo luogo – spiega l’avvocato Lorenzo Borrè -. In secondo luogo emerge l’incompatibilità di alcune attuali cariche negli organi di garanzia».
Via dal proprio ruolo anche i cinque vicepresidenti, Paola Taverna, Alessandra Todde, Mario Turco, Riccardo Ricciardi e Michele Gubitosa. «Il M5s si trova all’anno zero – aggiunge Borrè -. Unica via di uscita, la costituzione del Comitato direttivo. In questo momento, il Movimento è stato totalmente decapitato». E chi può costituire il Comitato direttivo? Solo il “caro e vecchio” Vito Crimi, che ieri era già pronto a mettere in piedi il percorso per eleggere i cinque membri del Comitato direttivo, l’organo collegiale che avrebbe dovuto acquisire la guida del Movimento prima della virata su Conte. Una brutta batosta per l’ex premier, che rischia di essere un addio al suo sogno (ancora mozzato e chissà se davvero iniziato) di innovare la forza politica a Roma e sui territori. Soprattutto se al suo interno ci sono forze (vedi l’ex leader Luigi Di Maio) che nuotano in direzione contraria: «In questi mesi ci sono stati tantissimi incontri e cabine di regia – sottolinea Conte -, questo sforzo serve a mettere a punto una linea politica che spetta a me riassumere e portare avanti.
Seguire un diverso indirizzo, andare in direzioni opposte, non significa tanto indebolire una leadership quanto creare confusione e danneggiare il Movimento». La richiesta fatta subito dopo le elezioni di Mattarella, le elezioni della rottura, è di incontrare gli attivisti. Ma ora, gli attivisti, si chiedono con quale ruolo Giuseppe Conte li convochi. Temi che saranno all’ordine del giorno questa sera, durante una riunione dei parlamentari grillini.

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