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L’inflazione colpisce pasta, olio e pomodori. Stangata fino al 30%

Dall’aumento del trenta per cento dei costi per produrre il grano per la pasta ai rincari del 12 per cento per quelli dell’olio extravergine d’oliva, fino ai ritardi negli accordi di filiera sul prezzo del pomodoro riconosciuto agli agricoltori per l’avvio della coltivazione. È così che sulle tavole degli italiani si abbatte nel 2022 una…
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Dall’aumento del trenta per cento dei costi per produrre il grano per la pasta ai rincari del 12 per cento per quelli dell’olio extravergine d’oliva, fino ai ritardi negli accordi di filiera sul prezzo del pomodoro riconosciuto agli agricoltori per l’avvio della coltivazione. È così che sulle tavole degli italiani si abbatte nel 2022 una tempesta perfetta che mette a rischio anche il piatto simbolo della cucina tricolore e della dieta mediterranea, come gli spaghetti olio e pomodoro.

A lanciare l’allarme è Coldiretti in merito agli effetti del caro bolletta sul settore agroalimentare che complessivamente assorbe oltre l’11 per cento dei consumi energetici industriali totali, per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti all’anno. Tra le prime vittime dei rincari ci sono i produttori di grano che quest’anno devono spendere 400 euro in più all’ettaro, dalla semina fino alla mietitura.
Sulla produzione di polpe, passate e sughi di pomodoro pesano, invece, i ritardi nella definizione di un accordo quadro per il 2022 fra produttori e industriali che è fondamentale – spiega Coldiretti – considerato proprio l’aumento senza eguali dei costi di produzione per le imprese agricole costrette ad affrontare esborsi vertiginosi per tutte le operazioni colturali. In mancanza dell’intesa sui prezzi le aziende del settore non possono permettersi di programmare alla cieca l’avvio delle operazioni colturali.
Ma l’impennata dei prezzi energetici – continua Coldiretti – riguarda anche l’alimentazione del bestiame e il riscaldamento delle serre per ortaggi e fiori e non risparmia neppure i costi di produzione dell’intera filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi, dalla plastica alla banda stagnata che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per il vino, succhi e conserve, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi.
«Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione», conclude Coldiretti.

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