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Le sanzioni alla Russia dividono la politica

Se da un lato la politica italiana si stringe senza distinzioni sul sostegno all’Ucraina invasa e condanna l’aggressione russa - come ha fatto il presidente della Camera Roberto Fico sentendo il suo omologo ucraino, Ruslan Stefanchuck, al quale ha offerto «pieno sostegno e solidarietà» - dall’altro le posizioni dei partiti si differenziano rispetto alle misure…
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Se da un lato la politica italiana si stringe senza distinzioni sul sostegno all’Ucraina invasa e condanna l’aggressione russa – come ha fatto il presidente della Camera Roberto Fico sentendo il suo omologo ucraino, Ruslan Stefanchuck, al quale ha offerto «pieno sostegno e solidarietà» – dall’altro le posizioni dei partiti si differenziano rispetto alle misure da adottare per arginare il conflitto. Discorso che vale sia per quelle economiche, condivise con i partner europei, sia per quelle di politica estera nazionale, come la decisione annunciata dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, insieme con una prima tranche di 110 milioni di euro di aiuti, di «chiudere lo spazio aereo ai velivoli russi, con l’auspicio che lo faccia tutta l’Unione europea».

Enrico Letta, ribadendo che «i principi di libertà e democrazia non sono negoziabili e l’invasione non è scusabile con nessuna ragione storica», ha proposto che «si continui nella sospensione attuata per contrastare la crisi economica seguita alla pandemia del patto di stabilità nell’Unione europea». Mentre il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha sottolineato «la necessità di sostegni agli ucraini e di erogare sanzioni alla Russia». Matteo Renzi, invece, ha incrociato i guantoni con l’Anpi su un presunto «antiamericanismo anni ‘70» rilevato nel documento di condanna della guerra dell’associazione partigiani, che ha replicato sostenendo che «l’attacco all’Anpi è un attacco al movimento per la pace».
Nel centrodestra Giorgia Meloni dagli Stati uniti, dove è intervenuta all’assemblea dei Conservatori, ritiene che «senza lo scandaloso ritiro dall’Afghanistan, voluto dal presidente americano Joe Biden, probabilmente non ci sarebbe stata nessuna guerra in Ucraina». La leader di Fratelli d’Italia è sostenuta da Matteo Salvini che, dopo essersi rimesso nei giorni scorsi alle azioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, ribadendo come «chi scatena una guerra non ha mai ragione», puntualizza su alcune misure e sanzioni che «per quanto lecite vanno a colpire gli oligarchi e gli uomini della guerra, non la povera gente». Silvio Berlusconi, invece, ha avuto un colloquio telefonico con il premier e Licia Ronzulli di Forza Italia ha chiesto che «l’Onu avvii le operazioni di pacekeeping».

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