La sfida della transizione energetica: nuovi manager per una Puglia più green

La sfida della transizione energetica, rischia di cogliere impreparate le aziende. Per questo Fondirigenti, affidandosi alle competenze della school of management Mete-Spegea, ha commissionato una ricerca sullo stato della transizione energetica in Puglia. Lo scopo principale è capire quali competenze vadano implementate sul territorio e come formare al meglio i manager per aiutarli ad affrontare i cambiamenti futuri.

I numeri raccolti da Mete-Spegea, confermano la vocazione “green” della Puglia, che soprattutto negli ultimi anni, ha investito molto sulle rinnovabili e sull’abbandono dei combustibili fossili. Dopo aver svolto una funzione strategica all’interno delle politiche energetiche nazionali (qui si è concentrato, infatti, circa un terzo dell’intera capacità elettrica a carbone italiana per circa venti anni, portando la Puglia a produrre nei periodi di picco fino al 210% dell’energia elettrica utile a soddisfare il proprio consumo interno, circa il 15% di tutta l’elettricità italiana), la Puglia è diventata la prima Regione per capacità solare installata (13,39%) e la prima per la capacità eolica (24,23%). Tanto che il bilancio della sua produzione energetica, rispetto alla domanda interna, si chiude con un surplus. Grazie anche alla crescita esponenziale dell’installazione di impianti di rinnovabili che hanno in parte compensato la tendenziale riduzione di produzione da fonti tradizionali. Nel 2020 la produzione lorda di energia elettrica suddivisa per fonti vede quella da fonti tradizionali pari a 19.447,6 Gigawattora (65,83%) e quella da rinnovabili pari a 10.095,1 Gigawattora (34,17%), quest’ultima con l’eolico pari a 4.801,9 Gigawattora e il fotovoltaico a 3.3839,2.

Il report di Mete-Spegea scende ancora di più nel dettaglio in merito alla produzione di energia rinnovabile, con riferimento a due rapporti diffusi quest’anno: il “Rapporto statistico – Solare fotovoltaico 2021” e il “Rapporto statistico 2020: energie da fonti rinnovabili in Italia”, che forniscono un quadro completo stato dell’arte. Anche se riferiti ad anni differenti (2021 per il solare fotovoltaico e 2020 per le Fer in generale) da tali rapporti emerge il ruolo centrale della Puglia sia nel settore del solare fotovoltaico (prima per potenza installata con 2.899,9 Megawatt di potenza su un totale nazionale di 21.650 Megawatt nel 2020 e prima anche nel 2021 con una potenza cresciuta a 2.948 Megawatt su un totale nazionale di 22.594 ) sia nel settore eolico (prima per potenza installata con 2.643,1 Megawatt di potenza su un totale di 10.906,9).

Alla luce di questo cambiamento di prospettive, molte aziende hanno cominciato un percorso di riqualificazione del personale interno. E intanto si stanno affacciando sul mercato del lavoro giovani preparati a quelli che vengono definiti green jobs. La galassia di professioni che gravitano attorno alla transizione energetica e, più in generale, alla sostenibilità. Ma quali sono le professioni su cui le imprese hanno iniziato a puntare nei loro percorsi di formazione? Una figura che sta prendendo sempre più piede è quella del Sustainability Manager. Si tratta del professionista chiamato a coordinare i diversi aspetti che riguardano la sostenibilità in azienda: sociali, economici ed ambientali. Un manager dalle competenze più disparate con capacità di gestire simultaneamente diversi progetti e le conseguenti rendicontazioni. Nella macro area dell’energia, invece, il fotovoltaico è destinato ad avere un ruolo sempre più determinante, al punto che proprio a questa fonte è affidata buona parte della transizione energetica. Il settore assorbirà nei prossimi anni professionisti nel mondo dell’energia e di manodopera specializzata. Un esempio sono i progettisti fotovoltaici, coloro che stabiliscono le caratteristiche che dovrà avere l’impianto da installare per rendere al meglio. Altrettanto necessari sono gli installatori, coloro che si occupano fisicamente del montaggio dei pannelli e degli altri elementi della componentistica e della successiva manutenzione. Ma non ci sono solo gli aspetti tecnici: se si pensa alla comunicazione, serviranno figure specializzate sia dal punto di vista dell’energia sia da quello della pubblicità e dei social, così come all’ambito del diritto dove aumenta la richiesta di veri e propri studi specializzati in tematiche ambientali.

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