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Impianto NewO alle porte di Bari, l’sos delle aziende: «Si tuteli chi dà lavoro»

L’insediamento dell’impianto di ossicombustione NewO nella zona industriale, territorio cerniera tra Bari e Modugno, preoccupa non solo i cittadini e gli attivisti, ma anche le aziende che sorgono nell’area, specie quelle che operano in settori strettamente collegati all’ambito sanitario. Le voci delle aziende «Si sta prevedendo l’installazione di una azienda assolutamente insalubre nei pressi dei…

L’insediamento dell’impianto di ossicombustione NewO nella zona industriale, territorio cerniera tra Bari e Modugno, preoccupa non solo i cittadini e gli attivisti, ma anche le aziende che sorgono nell’area, specie quelle che operano in settori strettamente collegati all’ambito sanitario.

Le voci delle aziende

«Si sta prevedendo l’installazione di una azienda assolutamente insalubre nei pressi dei nostri opifici. Il nostro principio è perfettamente in linea con quello dei comitati che si stanno opponendo», è la denuncia di Antonello Bernard, titolare della “Fratelli Bernard”, lavanderia industriale per il comparto sanitario e alberghiero.

L’appello di Bernard, lanciato alla politica, è quello di tutelare «le imprese che creano occupazione in questo territorio. Anche l’inceneritore darebbe occupazione, ma sicuramente in termini inferiori rispetto a quello che fanno le altre aziende».

I timori

Per Alessandro Belviso, direttore commerciale della 3.M.C. spa, che lavora nel settore della produzione di dispositivi medici e prodotti per la detergenza industriale «ci sono molti aspetti non chiari di questo insediamento: l’origine dei rifiuti, come vanno smaltiti, se ci saranno delle potenziali emissioni pericolose».

«Quando ci sono tanti lati “oscuri”, crescono i timori perché la zona industriale ha già diversi insediamenti produttivi che rilasciano nell’aria alcuni agenti non certo salubri – sottolinea il manager – se ci sono studi scientifici a garanzia del fatto che non ci saranno pericoli per la salute ben venga, ma in alternativa non saremmo sereni ad avere accanto a noi qualcosa di potenzialmente tossico». Rimette alle valutazioni degli esperti la sua posizione anche Antonio Vasile, imprenditore del settore alberghiero: «Credo fermamente nella scienza e nella tecnologia, se loro diranno che non inquina allora sarò favorevole».

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