All’indomani dell’ordinanza della Cassazione, che ha respinto il ricorso del “Comitato No inceneritore No Newo”, confermando la legittimità della decisione del Consiglio di Stato e di fatto spianando la strada alla realizzazione dell’inceneritore alla zona industriale di Bari, per gli attivisti, tuttavia nulla è ancora perso. Una prima reazione alla sentenza è stata di amarezza, ma la volontà di continuare a lottare non si è spenta. E denunciano: «Ci hanno lasciati soli».
Le istituzioni assenti
«Le istituzioni hanno lasciato solo il “Comitato No Inceneritore” nell’ultima fase della vertenza legale – denuncia la presidente Corsina Depalo – così come alcune note associazioni ambientaliste nazionali presenti sul territorio che non hanno sostenuto il ricorso in Cassazione, defilandosi dal “Comitato No Inceneritore”, unico soggetto che ha presentato il ricorso in Cassazione per chiedere l’annullamento della sentenza del Consiglio di Stato, e che oggi si trova a dover pagare una somma ingente in base appunto alla sentenza della stessa Cassazione».
Il Comune di Bari
«In questa battaglia per l’ambiente e la salute presente e futura dei cittadini -attacca la presidente – anche il Comune di Bari non ha supportato il ricorso in Cassazione, preferendo altre iniziative legali, non mettendo in atto azioni definitive e risolutive, quali l’annullando in autotutela con atti amministrativi del parere comunque favorevole all’inceneritore, concesso nel 2018, sulla base del quale la Regione Puglia ha potuto rilasciare le relative autorizzazioni VIA e AIA contando anche sulla promessa di vendita del terreno di proprietà del consorzio Asi».
Il parere regionale
Un parere, quello firmato dalla Regione Puglia, che avrebbe permesso alla NewO, secondo gli attivisti, di ottenere le autorizzazioni necessarie. Ed è contro quel parere che oggi gli ambientalisti puntano il dito.
L’auspicato ravvedimento
«Resta ora nella mani della Regione Puglia, che ha governato per 10 anni, in via di conclusione della legislatura e della nuova amministrazione comunale di Bari – conclude la presidente del Comitato, Corsina Depalo – il dovuto ravvedimento sulla decisione politica presa affinché facciano concretamente la loro parte con la revoca di ogni atto e autorizzazione».
Le prossime azioni
Il prossimo passo a questo proposito, arriva da parte del “Coordinamento No inceneritore No Newo”. E sarà quello di convocare a stretto giro un incontro con cittadini, associazioni e anche con i sindaci dell’AroBari2, che si sono sempre opposti all’installazione dell’impianto. «Non c’è una chiara autorizzazione all’impianto – ha confermato Tino Ferulli del Comitato Pro Ambiente Modugno – rimane sempre in dubbio la questione delle perle vetrose. Se necessario scenderemo nuovamente in piazza».