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Ambiente e Sostenibilità

Il lavoro che riparte. Disoccupati al 9% ma autonomi in crisi

Il tasso di disoccupazione a dicembre 2021 è sceso in Italia al nove per cento nel complesso (meno 0,1 punti) e al 26,8 per cento fra i giovani di età compresa fra 15 e 24 anni, rispetto al mese precedente. Lo rileva l’Istat, diffondendo i dati provvisori su occupati e disoccupati. La diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro (meno 1,3 per cento, pari a meno 29mila unità rispetto a novembre) si osserva tra le donne e per tutte le classi d’età, con l’unica eccezione dei 35-49enni.

Il tasso di occupazione è invece stabile 59 per cento. «Il lieve calo dell’occupazione nel mese di novembre e la sostanziale stabilità registrata a dicembre rallentano la crescita dell’occupazione osservata a partire dal mese di febbraio 2021 (con l’unica eccezione del mese di agosto) – spiega l’Istat – Rispetto a gennaio, infatti, il numero di occupati è cresciuto di oltre 650mila unità e il tasso di occupazione è più elevato di 2,2 punti percentuali. Rispetto al periodo pre-pandemia (febbraio 2020), il tasso di occupazione è tornato allo stesso livello (59 per cento) mentre il tasso di disoccupazione, al nove per cento, è ancora inferiore di 0,6 punti, mentre quello di inattività è salito dal 34,6 al 35,1 per cento.
A dicembre 2021, rispetto al mese precedente, si registra una sostanziale stabilità degli occupati, mentre nel confronto con dicembre 2020 il numero risulta superiore del 2,4 per cento, pari più 540mila unità, trainato soprattutto dai dipendenti a termine (più 434mila, più 16,4 per cento). Aumentano gli occupati tra le donne, con il tasso che tocca il 50,5 per cento: il rialzo è di 54mila occupate (più 0,6 per cento) rispetto a novembre e di 377mila (più 4,1 per cento) rispetto a dicembre 2020.
Dai dati Istat emerge, invece, un calo per gli uomini di 52mila occupati (meno 0,4 per cento) su base mensile e un aumento di 163mila (più 1,3 per cento) su base annua. «Il dato se da un lato sancisce il rientro, quasi completo rispetto al periodo pre-pandemico, della situazione occupazionale con lo stesso tasso di febbraio 2020, dall’altro sottolinea che l’emorragia degli autonomi non si arresta» rileva l’ufficio economico Confesercenti in una nota. «Da gennaio si sono registrati 650mila occupati in più. Mentre prosegue, seppure a ritmi rallentati, la perdita di posti di lavoro dei lavoratori indipendenti: dopo il crollo di 286mila unità nel 2020 (meno 72mila nel 2019), lo scorso anno si sono persi altri 50mila posti. Uno stillicidio che si sta abbattendo sul sistema delle piccole imprese italiane, duramente provate dalla pandemia, e che rappresenta la cartina di tornasole dei limiti della ripresa».

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