Abbandono e cementificazione, ma anche impianti fotovoltaici a terra: sono le principali cause del consumo di suolo in Puglia che accelera alla velocità di 7,18 chilometri quadrati, con i cambiamenti climatici che solo nel 2023 hanno fatto perdere alla regione il 34% di cibo prodotto.
È quanto afferma la Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata mondiale della Terra che si celebra oggi, sulla base dell’ultimo rapporto Ispra, secondo cui in cima alla classifica di suolo consumato si posiziona la provincia di Foggia con 313 ettari mangiati, Bari con 136 ettari, Lecce con quasi 116 ettari, la Bat con quasi 74 ettari, Brindisi con oltre 44, Taranto con quasi 35 ettari, per un totale dal 2016 ad oggi di quasi 160mila ettari di suolo consumato.
«A questa situazione – sottolinea la Coldiretti regionale – non è certo estraneo il fatto che negli ultimi 50 anni è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%) con la superficie agricola utilizzabile a causa dell’abbandono e della cementificazione che rende le superfici impermeabili».
Per questo, continua la Coldiretti Puglia, «va difeso il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. Il consumo di suolo agricolo a causa degli impianti di fotovoltaico a terra, tra l’altro, minaccia il futuro alle nuove generazioni di agricoltori, con la multifunzionalità energetica che va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell’azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali».