Il commissario di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, Giancarlo Quaranta, è stato audito nella commissione Ambiente del Consiglio regionale della Puglia per discutere della sentenza della Corte europea sull’attività produttiva dell’ex Ilva di Taranto.
«Dal 2020 c’è stato certamente un incremento di emissioni di benzene» ma da gennaio, da quando si è insediata la struttura commissariale dell’ex Ilva a Taranto, «abbiamo fatto un piano di ispezione e un piano di interventi, li abbiamo realizzati, stiamo continuando a realizzarli e il risultato» è la riduzione dei valori di inquinamento, ha affermato Quaranta.
«Nell’area di Taranto esiste solo il sito siderurgico di Acciaierie d’Italia che produce benzene?», ha poi domandato il commissario.
Quanto alla sentenza, che prevede lo spegnimento degli impianti se è dimostrato che presentano gravi pericoli per salute e ambiente, ha detto: «Sappiamo che dobbiamo rispettare anche una legge europea oltre che quella nazionale. È interessante questo documento perché ci fa capire quello che noi italiani abbiamo realizzato in questi anni. Abbiamo realizzato opere di altissima ingegneria per avere un arco che coprisse i parchi minerari. Nessun materiale è stoccato fuori dalle parti coperte». Quaranta ha anche mostrato alcune foto di altri siderurgici in Europa dove i parchi minerari non sono invece coperti.
«Siamo tuttora impegnati a realizzare uno studio di valutazione di impatto sanitario a 8 milioni di tonnellate di produzione» dopo aver realizzato quello a 6 milioni di tonnellate, ha poi annunciato Quaranta.
«I commissari, appena insediati, hanno deciso, per dare un segnale importante, di rinunciare al ricorso al Tar» contro l’obbligo di effettuare una valutazione di impatto sanitario dell’ex Ilva sull’area di Taranto, e hanno «affidato il compito a un team» di esperti e lo studio è «stato consegnato nei tempi previsti» e «sviluppato sulla base delle linee guida dell’Istituto superiore della sanità», ha concluso Quaranta.