Ex Ilva, per “Ambiente svenduto” la decisione slitta a settembre

ambiente

Ieri nuova udienza in Corte d’assise d’appello per “Ambiente svenduto”, il processo di secondo grado chiamato a far luce sul presunto disastro ambientale causato a Taranto dall’Ilva dei Riva, ex proprietari dello stabilimento siderurgico. Secondo quanto emerso in aula, a settembre la Corte scioglierà la riserva sulla richiesta di trasferimento del processo a Potenza. Quella di ieri è stata l’ultima udienza prima della pausa feriale. I legali della difesa hanno continuato a rivendicare il trasferimento del processo a Potenza in quanto, secondo loro, vi è una insuperabile incompatibilità ambientale. Secondo la difesa, «il processo non può essere celebrato davanti ai magistrati tarantini perché non avrebbero la serenità necessaria a giudicare, in quanto anch’essi sarebbero persone offese e danneggiate del reato di inquinamento» . I legali delle parti civili, che sono centinaia, invece insistono per mantenere a Taranto il processo d’appello.

Il precedente

La richiesta di trasferimento, in realtà, non è nuova: già durante il primo grado, concluso a maggio 2021 con condanne per oltre tre secoli nei confronti di 26 imputati, tra cui proprietari e dirigenti della fabbrica, ma anche politici come l’ex presidente della Regione Nichi Vendola e della Provincia di Taranto Gianni Florido.

Codacons all’attacco

Intanto l’associazione in difesa dei consumatori e per la difesa dell’Ambiente Codacons, che è tra le parti civili costituite al processo, ha chiesto «l’immediato sequestro dell’impianto ex Ilva, allo scopo di bloccare le emissioni cancerogene dell’acciaieria». In realtà gli impianti sono sotto sequestro giudiziario dal 2012. La richiesta, precisa l’associazione, «arriva dopo la recente decisione della Corte Ue secondo cui, in presenza di pericoli gravi per l’ambiente e per la salute, l’esercizio dell’acciaieria va sospeso». Secondo il Codacons dovrebbe essere la procura generale ad avanzare una simile istanza, ma «al momento non sembra intenzionata ad agire e così facendo deve assumersi la responsabilità di altri decessi e di altre nascite di bambini malformati dovuti all’inquinamento». Al termine dell’udienza, spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi, «la Corte ha comunque trasmesso la richiesta di sequestro all’ufficio del procuratore della Repubblica affinché valuti la stessa». Nei giorni scorsi il Codacons ha chiesto anche il raddoppio dell’importo delle provvisionali alle parti civili: da 5mila a 10mila euro e sancito, proprio a Taranto, la pace e una nuova collaborazione col rapper Fedez, che ha dato la sua disponibilità mediatica ad abbracciare le battaglie contro l’inquinamento a Taranto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version