Ex Ilva, la lettera degli ambientalisti a Mattarella: «Meglio chiudere e salvare vite»

L’associazione ambientalista Giustizia per Taranto ha approfittato della presenza del Capo dello Stato a Taranto per fargli recapitare una lettera per chiedere di fermare la produzione di acciaio a Taranto e chiudere il siderurgico, riconvertendo l’economia della città sul modello della Ruhr, in Germania.

Una lettera ricordare al presidente Mattarella «i drammi che vive la nostra comunità». Il riferimento è alla questione ambientale, che, «lungi dall’essere risolta, continua a procurare infinito dolore agli abitanti di questa splendida terra, oltremodo vessata. In merito agli impianti dell’ex-Ilva, ora Acciaierie d’Italia – scrive l’associazione – ad oggi persistono ancora tutti i problemi arrecati dalle fonti inquinanti e le soluzioni prospettate, oltre a restare sulla carta, non paiono assolutamente in grado di risolverli. A fronte di miliardi di euro già spesi, altrettanti se ne vogliono sperperare, in danno ai contribuenti italiani, lasciando intatti i problemi sanitari, ambientali e occupazionali di Taranto.

Si parla di implementazioni ecologiche che non si sostituiranno all’attuale produzione siderurgica a carbone, bensì si aggiungeranno. Nel caso delle due nuove installazioni industriali previste per produrre dri (il pellet di ferro che consente l’utilizzo dei forni elettrici, anziché degli altiforni), addirittura una sarà al servizio delle fabbriche siderurgiche del nord, aggiungendo un ulteriore carico sul nostro territorio.

La mano politica ha chiaramente indicato nella produzione e nel profitto le sue uniche preoccupazioni, reiterando una legiferazione a completo discapito della salute e dell’ambiente». Per gli ambientalisti vita e salute non possono essere sottomessi agli interessi dell’economia. «Processi e documenti scientifici testimoniano, al di là di ogni ragionevole dubbio, una condizione inaccettabile e tanto manifesta da non necessitare neppure di richiamare il principio comunitario di precauzione».

Giustizia per Taranto ricorda al Presidente che sono state varate ben quindici leggi per salvare l’ex Ilva «e nessuna ha considerato il bene di Taranto e dei tarantini. La maggior parte di esse ha avuto come unico obiettivo quello di innalzare i livelli consentiti di inquinamento e aggirare le norme europee e nazionali, nonché l’azione della magistratura in difesa della comunità». Secondo Giustizia per Taranto l’operazione di salvataggio del siderurgico non ha alcuna prospettiva e l’unica alternativa è la chiusura degli stabilitmenti.

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