Ex Ilva, la denuncia: «A Taranto cresce l’autismo per i veleni: Meloni lo sa?»

Non solo cancro, i veleni di Taranto potrebbero essere la causa anche di un crescente numero di casi di autismo registrati nella zona, proprio accanto alla fabbrica. E non è un fake, ma un report scientifico, condotto nel 2020 e pubblicato su Nature il 26 luglio 2024, al quale hanno lavorato diversi dottori e pediatri, tra cui anche alcuni tarantini.

A darne notizia è il sito VeraLeaks e la notizia suscita l’indignazione del senatore Mario Turco, vicepresidente del M5s e coordinatore comitato Economia-Lavoro, che attacca il governo: «Mentre ci si affanna a vendere a prezzo di saldo l’ex Ilva il dibattito sulla chiusura delle fonti inquinanti del sito di Taranto è sparito definitivamente dai radar», Turco non ha dubbi: «Si continua a produrre a carbone, quindi a inquinare a man bassa, con buona pace dei cittadini tarantini che poi pagano le conseguenze tremende della bomba ecologica sulla loro pelle». E l’accusa mossa non è da poco contro il governo Meloni: «Ormai ogni studio che certifica gli effetti devastanti dell’inquinamento viene tenuto sotto traccia, come per il report Nature».

I risultati: troppi metalli

Ma che cosa esce dal report? «In un’area altamente inquinata da diossine, furani, ipa e pcb, la prevalenza del disturbo dello spettro autistico è più alta rispetto agli altri comuni non inquinati della stessa provincia, in particolare per i bambini di età compresa tra 6 e 11 anni».

Insomma l’epigenetica, ovvero l’influsso di ciò che intacca il nostro corpo, è tra le cause di questa patologia la cui origine non è ancora conosciuta. Turco aggiunge: «Oltretutto il caso di Taranto viene messo in correlazione con quello di Duisburg in Germania: anche lì è stato evidenziato l’effetto degli inquinanti, con una prevalenza dell’autismo. Per l’esecutivo però è più facile il menefreghismo: l’importante è solo attaccare il “Green Deal”».

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