Ex Ilva, il caso Taranto torna in Commissione: «Benzene oltre i livelli di guardia»

Torna l’incubo benzene per gli abitanti del quartiere Tamburi di Taranto. Nonostante la produzione dell’ex Ilva sia quasi azzerata, il polo siderurgico continua a “sputare” veleni pericolosi per la salute. La conferma è arrivata in Commissione regionale Ambiente, dove il presidente Michele Mazzarano ha convocato in audizione l’Arpa Puglia per riferire sulla qualità dell’aria nel capoluogo ionico. Il direttore generale Vito Bruno ha denunciato i rischi collegati ai dati raccolti dalle centraline diffuse in città, in particolare nei Tamburi a ridosso dello stabilimento.

I timori

A creare preoccupazione è il benzene, uno dei cancerogeni più devastanti per la salute, in particolare nei bambini. Nel 2023, come ha spiegato Bruno ai commissari presenti, la concentrazione di benzene nell’aria ha superato i livelli di guardia sul fronte sanitario. In generale, il dato s’è mantenuto nella soglia massima prestabilita dalla legge che equivale a cinque milligrammi per metro cubo d’aria in media calcolati su un anno solare. Ma approfondendo le analisi è emerso che le centraline nel quartiere Tamburi hanno sforato per ben 155 volte i 27 microgrammi per metro cubo d’aria di benzene, ovvero il limite prestabilito di rischio per la salute umana, così come scoperto da uno studio effettuato in California.

L’allarme

Un dato a dir poco allarmante, considerando la produzione di acciaio, quasi azzerata negli ultimi mesi, nel siderurgico che resta in attesa del rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale dai ministeri romani. Una procedura che va senz’altro attenzionata, così come ha richiesto la neo assessore all’ambiente Elena Triggiani ed i commissari dei due schieramenti. E in effetti sono numerosi i problemi di inquinamento che sarebbero legati alla fabbrica dei veleni ora gestita da Acciaierie d’Italia. A partire dai mancati interventi per la manutenzione ordinaria e straordinaria, passando per i settori ad alto rischio del polo siderurgico, potenzialmente dannosi per la salute umana. Recenti studi hanno rilevato che la maggior parte delle emissioni nocive proviene dalle cookerie e dai sottoprodotti.

La denaftalizzazione

A ciò si aggiunge il blocco della denaftalizzazione, una tecnica interna di mitigazione degli inquinanti. Alla fine della seduta l’assessora all’ambiente ha annunciato che nell’ambito del procedimento Aia la Regione Puglia chiederà una valutazione di impatto sanitario aggiuntiva rispetto a quella già depositata al ministero per l’ambiente.

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