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Ex Ilva, Arpa Puglia: «Emissioni ok dopo l’incendio di un nastro trasportatore»

«Stante la breve durata dell'evento e le particolari condizioni meteo, dai dati acquisiti dalle reti fisse pubbliche e private gestite da Arpa, si ritiene che esso abbia avuto un impatto tangibile solamente nell'area posta immediatamente a nord dello stabilimento. Dai dati registrati dalle centraline non è emerso alcun superamento dei valori limite prescritti dal D.…

«Stante la breve durata dell’evento e le particolari condizioni meteo, dai dati acquisiti dalle reti fisse pubbliche e private gestite da Arpa, si ritiene che esso abbia avuto un impatto tangibile solamente nell’area posta immediatamente a nord dello stabilimento. Dai dati registrati dalle centraline non è emerso alcun superamento dei valori limite prescritti dal D. Lgs. 155/2010 per gli inquinanti rilevati». È quanto afferma il direttore del Centro regionale Aria di Arpa Puglia, Domenico Gramegna, in relazione all’incendio di un nastro trasportatore (A1-22) avvenuto al IV sporgente del porto di Taranto lo scorso 30 luglio, che generò una densa nube di fumo nero chiaramente visibile dalla città.

L’agenzia regionale ha «analizzato – si legge nella nota – i dati acquisiti dalla Rete Regionale di Qualità dell’Aria (RRQA) e dalle centraline della rete privata dello stabilimento Acciaierie d’Italia in merito agli aspetti relativi alle ricadute sulla qualità dell’aria a seguito dell’eventi emissivo».

Si aggiunge che «all’esterno dello stabilimento siderurgico, le concentrazioni degli inquinanti PM10 e PM2.5 nelle ore successive all’evento non hanno mostrato apprezzabili variazioni in conseguenza dell’incendio».

Per quanto «concerne – puntualizza l’Agenzia – i dati delle centraline della rete AdI, interne allo stabilimento, l’unica evidenza verosimilmente riconducibile all’evento è dovuta all’aumento della concentrazione bioraria di PM10 nel sito Direzione (rete AdI)».

L’Arpa ricorda peraltro che «il rispetto dei limiti di qualità dell’aria previsti dalla normativa italiana, recepimento di analoga normativa europea, sia per quanto riguarda il limite giornaliero del PM10 (pari a 50 µg/m3, che può essere superato per non più di 35 volte nel corso di un anno solare) che per gli altri inquinanti normati (benzene, NOx, CO, SO2, PM2.5), non fornisce alcuna garanzia di assenza di effetti sulla salute».

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