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Ex Ilva, ambientalisti e studenti in piazza: «No all’immunità per chi inquina»

È stato consegnato ieri mattina nelle mani del Prefetto Demetrio Martino il documento redatto dal Coordinamento Taranto (sigla che racchiude tutto il variegato mondo dell’associazionismo ambientale jonico, nonché comitati studenteschi ed artisti) che manifesta solidarietà piena alla magistratura e, nello stesso tempo opposizione al decreto dello scorso 5 gennaio che ha riguardato “misure urgenti per…

È stato consegnato ieri mattina nelle mani del Prefetto Demetrio Martino il documento redatto dal Coordinamento Taranto (sigla che racchiude tutto il variegato mondo dell’associazionismo ambientale jonico, nonché comitati studenteschi ed artisti) che manifesta solidarietà piena alla magistratura e, nello stesso tempo opposizione al decreto dello scorso 5 gennaio che ha riguardato “misure urgenti per impianti di “interesse strategico nazionale”.

Ciò che i manifestanti hanno contestato al governo, è il cosiddetto scudo penale che conferisce immunità agli amministratori di Acciaierie d’Italia, la società che ha in gestione il siderurgico. Il sit-in, cominciato alle 10, ha coinvolto non solo numerosi esponenti delle varie associazioni del territorio, ma anche un numero considerevole di studenti di vari istituti superiori della città.

A salire in prefettura in rappresentanza di tutti i manifestanti è stato Alessandro Marescotti (Peacelink), il quale, dopo un confronto durato circa un’ora ha affrontato i taccuini dei cronisti riportando quanto segue: «La voce nuova che ha costituito motivo di grande commozione per tutti è stata quella di Celeste Fortunato, una giovane mamma che rappresenta gli ammalati di oncoematologia. Ciò costituisce un elemento assolutamente nuovo – ha sottolineato Marescotti – ed il fatto che anche gli ammalati siano parte integrante di questo coordinamento e che facciano sentire la loro voce al Prefetto e, ci auguriamo anche al Governo centrale, è assolutamente un qualcosa da salutare positivamente».

Celeste Fortunato, nel suo intervento di fronte al prefetto, ha ricordato le tante vittime dell’inquinamento. «I nostri figli hanno vissuto anni tormentati – ha affermato -. Noi mamme non siamo come le mamme di tutt’Italia, perché abbiamo continuamente paura che loro si ammalino. Io sono arrivata al punto di ringraziare il Signore che sia capitato a me e non a mio figlio». «Quello che stiamo affrontando – ha proseguito Marescotti – ormai è un problema che non riguarda più soltanto l’aspetto produttivo ed ecologico, ma riguarda soprattutto quello etico, e questo credo che abbia commosso il Prefetto». E sulle risultanze del confronto ha aggiunto: «Siamo scesi nel dettaglio degli aspetti tecnici di questo provvedimento, ma le ultime parole del Prefetto sono state relative al futuro di Taranto, per il quale auspica che si tenga in debita considerazione il volere dei cittadini, e non solo gli interessi politico-economici. Lui rappresenta il nostro canale di comunicazione con il Governo, ed ovviamente non si è sbilanciato in valutazioni tecniche sul decreto, ma è fondamentale che si sia instaurato un dialogo diretto tra cittadini e Governo attraverso la sua figura. Penso che la manifestazione odierna sia un esempio di civiltà – ha chiosato – di una intera città che riesce, nonostante tutti questi anni trascorsi e tutti i provvedimenti salva Ilva a mostrare civilmente il proprio volere, mantenendo dritta la barra della traiettoria della tutela della salute e dell’ambiente. Noi saremo sempre qui a sostegno della magistratura».

Presente al presidio anche il sindaco di Grottaglie Ciro D’Alò, il quale non ha voluto far mancare il proprio sostegno all’iniziativa: «È importante esserci e testimoniare il supporto anche dei comuni della provincia all’azione delle associazioni ambientaliste del territorio – ha spiegato – la giornata di oggi testimonia quanto sia alta l’attenzione sul delicato problema della salute pubblica, che non può più essere posposta agli interessi di natura meramente economica ed industriale. Ovviamente – ha sottolineato il primo cittadino di Grottaglie – condanniamo, senza se e senza ma, lo scudo penale presente in questo decreto che di fatto condanna i tarantini e non chi realmente inquina».

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