“Ecosistema Urbano”, in Puglia esulta solo Taranto

«La classifica Ecosistema Urbano 2022 premia il duro lavoro di questi anni e il coraggio di una comunità che vuole rilanciarsi. Ora è il momento di continuare a lavorare per l’intera Terra Ionica». Ha commentato così il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci il buon risultato della città dei Due mari nella classifica “Ecosistema Urbano” realizzata da Legambiente.

Il dossier passa al setaccio le performance ambientali dei capoluoghi di provincia italiani: dallo smog alla mobilità, dal ciclo dei rifiuti alle aree verdi in proporzione agli abitanti. Taranto è risultata la migliore città in regione, collocandosi al 59esimo posto. Segue Lecce, che perde otto posizioni rispetto alla graduatoria dello scorso anno, fermandosi al 75esimo posto, Brindisi, 79esimo, Bari all’85% e Foggia al 93esimo (i dati delle città capoluogo della provincia di Bat non sono stati presi in considerazione perché incompleti e in alcuni casi non pervenuti).

Al di là del lusinghiero risultato di Taranto, città per anni considerata nel dibattito nazionale solo per le proprie “lacune” ambientali, non certo imputabili alla comunità, la classifica mostra una Italia divisa in due: le città del Nord più efficienti e quelle del Sud più arretrate. Una fotografia che si replica in tutti gli studi e che interrogano gli amministratori locali ma, soprattutto, chi governa il Paese ed ha l’obbligo, non solo morale, di ridurre le disparità e iniquità territoriali.

Il 2021, comunque, è stato un anno difficile per molti capoluoghi di provincia, che restano in forte affanno anche nella fase post pandemia. Pochi quelli che sono riusciti a fare davvero la differenza puntando sulla sostenibilità ambientale. A dare l’esempio è Bolzano la nuova regina green che dal sesto posto dello scorso anno conquista la vetta della classifica di Ecosistema Urbano 2022, il report di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE, sulle performance ambientali di 105 Comuni capoluogo che tiene conto di 18 indicatori, distribuiti in sei aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.

La classifica finale che ne esce fuori, con dati relativi al 2021, ne rappresenta la sintesi. Bolzano si lascia alle spalle Trento, che scende al secondo posto, Belluno che risale la graduatoria passando dall’ottavo al terzo posto, seguita da Reggio Emilia. Chiudono la classifica Alessandria (103esima), Palermo (104esima) e Catania (105esima), che da tempo non riescono a invertire la tendenza e a risalire la classifica. Nel complesso le metropoli confermano più o meno le performance della passata edizione con qualche oscillazione di classifica in positivo, risalgono ad esempio per Venezia (che 13esima) e Torino (65esima). Oscillazione in negativo, ad esempio, per Genova che scende al 53esimo posto, per Firenze (che slitta al 43esima posto) e Milano (38esima perdendo 8 posizioni). Roma (88esima), invece, non ha risposto quasi per nulla alle domande del questionario Legambiente.

L’unica città meridionale che si distingue in positivo è Cosenza che, così come nella precedente edizione, si conferma nella top 10, quest’anno addirittura al quarto posto. È sempre del Sud l’ultima classificata: Catania, preceduta da Palermo. In generale, le città Italiane mostrano grandi difficoltà nel contenimento dei rifiuti, la cui produzione è tornata a crescere sfiorando il dato pre pandemia. Aumenta la raccolta differenziata che a livello nazionale ha superato il 60% anche qui, però, con grandi differenze territoriali. Aumentano le piste ciclabili e la diffusione di impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici.

Tra le pugliesi, Taranto migliora nell’uso dei trasporti pubblici. Lecce, invece, mette in mostra miglioramenti nella raccolta differenziata. Sugli altri temi tutte i dati delle città pugliesi restano invariati. «La lettura più approfondita dei dati – sottolinea il primo cittadino di Taranto Rinaldo Melucci – ci consentirà di individuare quei parametri sui quali dobbiamo ancora lavorare, consapevoli del fatto che potendo parlare la stessa lingua in Comune e in Provincia sarà più facile sincronizzare le azioni che impattano sul benessere dell’intero territorio. È evidente, infatti, come Taranto abbia svolto egregiamente il suo ruolo di traino spingendo tutti i comuni a migliorarsi singolarmente, consentendo conseguentemente alla provincia ionica di compiere questo passo in avanti. Sia uno sprone, quindi, questo risultato, e non un comodo traguardo: il territorio di Taranto ha davanti a sé sfide importanti che richiedono l’impegno di amministratori attenti e concentrati sulle esigenze dei cittadini». Un lavoro che dovranno fare tutti i capoluoghi pugliesi. Nella speranza di invertire il trend preoccupante di allontanamento dagli standard europei.

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