Ecomafie, Puglia sul podio in Italia per cemento e rifiuti. A Bari 878 illeciti in un anno

Il riciclaggo dei rifiuti, ma anche del cemento è uno dei più grandi business delle mafie, al sud e soprattutto in Puglia dove c’è un’impennata di ecoreati rispetto al 2023, secondo il report di Legambiente.

Il capoluogo

A Bari si registrano 878 illeciti compiuti, in un anno. Nella graduatoria regionale, la Puglia occupa la terza piazza con 3643 crimini negli ultimi 12 mesi.

In Italia

Aumentano i reati ambientali (+15,6%) e arrivano a 35.487 gli illeciti penali con una media di 4 ogni ora, per un fatturato che tocca 8,8 miliardi di euro ed è chiaro che è soprattutto il Mezzogiorno ad essere coinvolto, sia perché è qui che sono radicate le mafie, sia perché anche nel business che magari arriva dal nord è più facile che al sud il cemento, i rifiuti siano sepolti, buttati in discariche.

Il Mezzogiorno

Va detto che in percentuale il 43,5 per cento degli illeciti rispetto al Paese sono concentrati a sud. In Puglia si sono contati lo scorso anno 3.643 reati ambientali, pari ad una percentuale del 10,3% sul totale nazionale. Sono 3.404 le persone denunciate, 38 quelle finite agli arresti. Nella regione ci sono stati 1.074 provvedimenti di sequestro legati agli illeciti. Per dare un senso di ciò che accade Legambiente conta in Italia 4 reati contro l’ambiente ogni ora per 8 miliardi di fatturato l’anno. Già perché premere sempre più sull’acceleratore fa fare affari d’oro alle mafie ( e questo vale da nord a sud, dalla Sacra corona Unita fino alla ‘ndrangheta, passando per la camorra e la mafia siciliana).

E lo sa chi scarica rifiuti tossici nei terreni, chi materiale di risulta, chi appicca incendi per evitare di bonificare, chi costruisce abusivamente lungo le coste, le aree demaniali, i luoghi dove ci sono vincoli ambientali. Cemento e rifiuti i più gravi reati.

I numeri e 378 clan

Nel complesso il quadro è “preoccupante” in Italia aumenta anche il numero delle persone denunciate (34.481, +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%). Tra gli illeciti, nella Penisola continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5%), al primo posto tra i reati ambientali; gli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, 9.309, + 66,1% che salgono al secondo posto.

Al terzo posto con 6.581 reati la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti); seguita dagli incendi dolosi, colposi e generici con 3.691 illeciti.

Crescono anche i numeri dell’aggressione al patrimonio culturale (642 i furti alle opere d’arte, +58,9% rispetto al 2022) e degli illeciti nelle filiere agroalimentari (45.067 illeciti amministrativi, + 9,1% rispetto al 2022), a cominciare dal caporalato. E poi ci sono i clan se ne contanto 378 specializzati in reati ambientali. Perchè è chiaro che molto spesso gli stessi arresti o denunce sono legate a organizzazioni criminali che attraverso (soprattutto cemento e rifiuti) hanno il loro business più grande.

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