Cancellazione del vincolo sulle dune costiere, adesso si parla di responsabilità politiche. Le associazioni ambientaliste sono sul piede di guerra, per quanto riguarda la decisione di cancellare il vincolo sulle dune, aprendo alla privatizzazione della gestione delle stesse. Chiedono chiarimenti, nonché presa di responsabilità, da parte degli enti preposti che, secondo gli ambientalisti, avrebbero fatto passare una misura “scellerata” con leggerezza. Nello specifico, ma non solo, puntano il dito contro l’assessora regionale all’Ambiente Anna Grazia Maraschio, per la quale hanno avviato anche un sondaggio circa la possibilità di richiederne pubblicamente le dimissioni. Sondaggio che, al momento, non sarebbe favorevole all’assessore.
«L’assessora Maraschio – spiegano – ha consentito che in una manovra finanziaria, bilancio di previsione 2023, della Regione Puglia venisse inserito l’articolo 66 che, di fatto, toglie i vincoli alle Dune. Un episodio gravissimo che potrebbe mettere a serio rischio il nostro territorio e che non sarebbe mai dovuto essere approvato, se non persino proposto».
Bisogna specificare, però, che il provvedimento porta la firma dell’assessore regionale al Demanio, e vicepresidente, Raffaele Piemontese, che l’ha giustificato spiegando che, oggi, solo i privati e non i Comuni hanno le risorse per garantire la pulizia e la sorveglianza dei cordoni dunali. I ben informati hanno riportato, al momento del massimo clamore della notizia, che l’assessore all’ambiente Maraschio sarebbe stata contraria in fase di discussione. Avrebbe anche provato ad ammorbidire l’emendamento, proponendo un sub-emendamento che avrebbe garantito la tutela delle aree protette e degli habitat naturali. Una proposta che non sarebbe stata presa in considerazione. «Sarebbe saggio se l’assessore Piemontese rivedesse la propria posizione – dichiara Maraschio – Egli conosce la posizione negativa dell’assessorato all’Ambiente su togliere il vincolo». Anche Nichi Vendola, leader di Sinistra italiana, fautore del vincolo quando ricopriva la carica di presidente della Regione, si è schierato duramente contro la manovra.
Ma per gli ambientalisti le colpe sono ben distribuite tra tutti gli attori della vicenda e, questa volta, vogliono vederci chiaro e che ci sia una netta dichiarazione di responsabilità. «Così come la (mala)politica può decidere delle sorti delle nostre dune, bene pubblico – dichiarano gli attivisti – così noi cittadini, associazioni e comitati territoriali possiamo e vogliamo chiedere a chi ha sbagliato di prendersi le sue responsabilità e farsi da parte».